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Mafia, 15 anni carcere a imprenditore edile di Castelvetrano

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Mafia, 15 anni carcere a imprenditore edile di Castelvetrano

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lunedì 08 Febbraio 2021

Nicolò Clemente, 53 anni, imprenditore edile di Castelvetrano (Tp), e’ stato condannato a 15 anni di carcere, per associazione mafiosa, dal Tribunale di
Marsala. I giudici (presidente del collegio: Vito Marcello Saladino) hanno escluso l’aggravante del ‘ruolo direttivo’ in seno a Cosa Nostra, ma per l’imprenditore hanno disposto anche tre anni di liberta’ vigilata quando uscira’ dal carcere e la confisca di beni, societa’ e conti correnti. Per l’imputato, il pm della Dda di Palermo Alessia Sinatra aveva invocato 20 anni di reclusione.

Nel luglio 2018, Nicolo’ Clemente venne arrestato dagli uomini della direzione investigativa antimafia di Trapani. Furono, allora, sottoposte a sequestro preventivo anche due societa’ edili a lui ‘riconducibili’ (La Calcestruzzi Castelvetrano srl e la Clemente Costruzioni srl) ed eseguite diverse perquisizioni a presunti mafiosi di Castelvetrano.

L’operazione si inseri’ nell’ambito delle attivita’ volte a colpire i mafiosi ‘vicini’ al superlatitante Matteo Messina Denaro. Un’opera, si sottolineava nel comunicato della Dia, condotta anche attraverso l’individuazione e l’eliminazione dal mercato delle imprese mafiose che costituiscono le principali fonti di approvvigionamento finanziario dell’organizzazione mafiosa castelvetranese.

Le indagini sfociate nell’arresto di Clemente e nel sequestro delle due imprese scaturirono dalle dichiarazioni rese dal defunto collaboratore di giustizia Lorenzo Cimarosa, cugino acquisito di Matteo Messina Denaro, e
in misura minore anche dall’imprenditore Giuseppe Grigoli, entrambi condannati in via definitiva in quanto ritenuti appartenenti alla famiglia mafiosa di Castelvetrano.

Meno di un anno fa, sempre la Dia gli ha sequestrato anche la societa’ Selinos, nonche’ diversi terreni, fabbricati e depositi bancari il cui valore e’ stato stimato in circa sei milioni di euro.

Nicolò Clemente è cresciuto in una famiglia da tempo nell’orbita del clan Messina Denaro.

Il padre, Domenico Clemente, era cugino di Giuseppe Clemente, condannato per essere stato capo-decina della “famiglia” capeggiata dal boss Francesco Messina Denaro, padre del latitante Matteo.

Il fratello di Nicolò Clemente, Giuseppe Clemente, venne condannato all’ergastolo nel maxi-processo “Omega” per associazione mafiosa e omicidi (commessi, secondo gli inquirenti, insieme all’amico Matteo Messina Denaro) ed è morto, suicida, in carcere, a Torino, nel 2008, nel giorno del compleanno dell’amico latitante. Aveva 44 anni.

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