L’esercito dei forestali si mobilita per reclamare il diritto al lavoro - QdS

L’esercito dei forestali si mobilita per reclamare il diritto al lavoro

L’esercito dei forestali si mobilita per reclamare il diritto al lavoro

martedì 25 Ottobre 2011

Rivendicato il non rispetto dell’accordo con la Regione sull’allungamento delle giornate lavorative. Già sono 25 mila, dei quali 7.200 stagionali, e costano ogni anno 170 mln di euro

PALERMO – Pronti alla mobilitazione, convinti di andare avanti per la loro strada perché chiedono più giorni lavorativi in un anno, in parte però abbandonati dai sindacati. Persino il fronte sindacale si è spezzato attorno alla figura dei lavoratori stagionali, forse proprio perché questo profilo professionale si è indebolito.
Da una parte i confederali che non hanno preso posizione sul mancato accordo del protocollo firmato dalla Regione nel maggio del 2009 che prevedeva proprio l’allungamento delle giornate lavorative, dall’altro una sola sigla emergente, il Sifus (Sindacato forestali uniti per la stabilizzazione), che invece minaccia la mobilitazione. Già si sono tenute le prime manifestazioni a Partinico e Palermo. Un dato su tutti però resta assolutamente in primo piano: l’altissimo costo della macchina che si occupa della tutela dei boschi, ovvero i circa 25 mila operai forestali che costano 170 milioni di euro all’anno.
I problemi in Sicilia sono intanto quelli economici che afferiscono ad un numero di forestali incredibilmente alto se rapportato con altre realtà italiane, e oltretutto è personale che non può essere utilizzato per l’antincendio dove invece lavorano circa 8 mila unità, dei quali 7.200 sono stagionali. Numeri abnormi che però ancora non soddisfano qualcuno.
Oggi i forestali stagionali stanno cominciando a mobilitarsi e minacciano nuove proteste di piazza clamorose per far sentire la loro voce. Non solo chiedono l’allungamento delle loro giornate lavorative ma si stanno muovendo per raccogliere le 12 mila firme necessarie per presentare alla Regione il disegno di legge sulla loro stabilizzazione. Il settore però è già oggi abbastanza sclerotizzato e ingessato. Si va avanti a singhiozzo: proprio nei giorni scorsi l’azienda foreste demaniali della provincia di Palermo, raschiando il fondo del barile, ha prolungato di 9 giorni il lavoro dei centunisti, i quali stavano completando il turno di lavoro.
“Siamo ben lontani – dicono Maurizio Grosso e Giuseppe Fiore del Sifus – dalle giornate garantite dal governo regionale che disattende i patti con il silenzio dei  confederali. Da giugno ad oggi è la terza concessione di giornate lavorative per i forestali. Prima 40 giorni per i settanttottisti, 90 per i centunisti e 115 per i centocinquantunisti. Poi, rispettivamente: 38, 11 e 36. Lavoro quindi garantito a spezzatino dalla Regione, segno di una confusione e di una mancanza anche di fondi in bilancio.
“Siamo parecchio lontani – aggiungono Grosso e Fiore – dalle 101 giornate per i settanttottisti, 151 per i centunisti e 180 per i centocinquantunisti che il Governo, attraverso l’ennesimo accordo con i Confederali, si è impegnato ad onorare a fine aprile scorso, quando furono impegnate dentro la finanziaria le somme necessarie, cioè 242 milioni per gli addetti alla manutenzione siciliani. Ovviamente, più tempo passa e meno ne rimane per lavorare queste giornate”.
La realtà è un’altra: i forestali sono troppi per la Sicilia e la Regione, in tempi di magra, non può permettersi di spendere altri 32 milioni e mezzo di euro per allungare le giornate lavorative.
 


L’approfondimento. Si allarga il fronte del “Sì” a favore dei tagli
 
Il fronte di coloro i quali hanno capito che la vicenda dei forestali è diventata un vero e proprio fardello per la Sicilia si allarga sempre di più. Per prima il leader di Confindustria ha criticato proprio il fatto che la Sicilia ha perso i fondi Fas: “Il motivo è semplice – ha sostenuto – ed è legato al fatto che abbiamo proposto al governo nazionale un progetto di allocazione di questi fondi semplicemente vergognoso come un miliardo di euro per i forestali e tante altre cose che non servono minimamente allo sviluppo ma ad incentivare e valorizzare quel sistema che ha portato la Sicilia al disastro”. Persino il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ha recentemente dichiarato pubblicamente una verità incontrovertibile: “Io in Sicilia – ha detto – ho 30 mila forestali ma potrei tranquillamente gestire i problemi dell’antincendio e dei boschi con un quinto del personale. Risparmierei l’80 per cento degli stipendi”. Nonostante questo stato di cose il Sifus mira a garantire ancora di più questa categoria: “Invitiamo i lavoratori – si legge in una nota – alla mobilitazione e alla lotta a partire da una grande partecipazione di massa il giorno in cui verrà votata la variazione di bilancio all’Ars”.

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