Transizione ecologica: i miti da sfatare sulle rinnovabili e le opportunità per il territorio e la collettività - QdS

Transizione ecologica: i miti da sfatare sulle rinnovabili e le opportunità per il territorio e la collettività

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Transizione ecologica: i miti da sfatare sulle rinnovabili e le opportunità per il territorio e la collettività

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mercoledì 15 Dicembre 2021

Accelerare la transizione energetica coniugando produzione di energia rinnovabile, rispetto per l’ambiente e sostenibilità. Questa la sfida al centro dell’impegno di Enel Green Power

Comunicazione aziendale

Accelerare la transizione energetica coniugando produzione di energia rinnovabile, rispetto per l’ambiente e sostenibilità. Questa la sfida al centro dell’impegno di Enel Green Power (EGP).  L’Italia e l’Europa hanno lanciato sfidanti obiettivi per raggiungere la neutralità climatica, secondo una roadmap che vede al centro la riduzione delle emissioni di CO2 e una forte crescita delle rinnovabili.

In questo contesto, Enel
Green Power sta contribuendo con un alto grado di innovazione al percorso di Transizione energetica del Paese, con una pipeline di progetti in
sviluppo e continua crescita su tutto il territorio nazionale e un piano
industriale che prevede 1,5 GW di nuova capacità, principalmente di tecnologia
fotovoltaica ed eolica, nel periodo 2021-2023,
attraverso uno sviluppo
improntato a criteri di ascolto del territorio e delle comunità coinvolte,
fruitrici dei benefici che ne derivano.

La strategia di sviluppo
di EGP è supportata dalla costante integrazione della sostenibilità
nelle attività di sviluppo
, sin dall’analisi preliminare dello specifico
territorio e dalla scelta del sito che ospiterà l’impianto, oltre che durante
la progettazione, al fine di individuare la configurazione e le tecniche di
realizzazione ottimali, compatibilmente con il contesto ambientale e paesaggistico
del sito. Il modello proattivo su cui si basa l’approccio di EGP, attraverso il
continuo dialogo con le parti interessate, integrate da analisi del contesto socio-ambientale,
mira all’identificazione di interventi che soddisfino le esigenze degli
stakeholder locali, creando valore condiviso tra l’azienda e il
territorio
. Il risultato di questo approccio, e l’obiettivo finale a cui
mira EGP, è la creazione di energia non solo rinnovabile, ma anche e
soprattutto sostenibile. 

Investire in nuove energie rinnovabili significa creare valore grazie a
impatti positivi diretti e indiretti, come la creazione di occupazione locale
per la costruzione e la successiva gestione degli impianti e l’indotto che ne
deriva. L’opportunità riguarda anche proprietari di
terreni e sviluppatori 
(società o professionisti qualificati) interessati a realizzare accordi di
sviluppo per dare vita a nuovi progetti rinnovabili, in particolare nel
campo eolico e solare.

Per rafforzare il legame
con il territorio è stato lanciato di recente il progetto SCELTA RINNOVABILE, un’iniziativa che consente,
attraverso una raccolta fondi online di crowdfunding, di far
partecipare i cittadini in maniera attiva all’investimento per la realizzazione
di nuovi impianti rinnovabili in Italia, così da
supportare la transizione energetica del Paese verso fonti energetiche
sostenibili, coinvolgendo direttamente i territori che ospitano gli impianti. Il
primo progetto di Scelta Rinnovabile è stato implementato con successo presso il
comune di Poggio Renatico in Emilia Romagna.

La crescita delle
rinnovabili è un elemento centrale anche per la vivibilità dei territori:
aumentando la quota di energia prodotta senza emissioni climalteranti è infatti
possibile migliorare la qualità della vita di tutti i giorni, accelerando la
chiusura delle centrali a carbone ancora operative in Italia, e contribuendo
alla progressiva elettrificazione dei consumi
che permette, ad esempio, di
utilizzare auto elettriche, eliminando gli inquinanti locali prodotti dal
traffico veicolare, e di proteggere il territorio preservandolo dall’azione del
cambiamento climatico.

Nel nostro Paese, lo
sviluppo delle rinnovabili incontra tuttavia ostacoli e resistenze che è
necessario superare.

Da una parte ci sono i
timori legati a una percezione errata dell’impatto che i nuovi impianti
potrebbero avere sul territorio. I dati ci dicono che non esiste un
conflitto tra la crescita delle rinnovabili e il consumo del suolo
: oggi il
3% del territorio nazionale è occupato da strade, oltre il 2% da edifici, l’1%
da piazzali e parcheggi. Si tratta di strutture e infrastrutture che utilizziamo
quotidianamente e con cui siamo abituati a convivere, proprio come dovremmo
fare con le rinnovabili che, secondo studi e proiezioni che considerano diversi
scenari di sviluppo al 2030, da quello previsto dall’attuale Piano Nazionale
Energia e Clima (PNIEC) fino a quelli ancora più sfidanti attesi sulla base del
Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR), potrebbero occupare in
prospettiva uno spazio tra lo 0,5% e l’1% di suolo del territorio nazionale.
Un contributo essenziale potrebbe arrivare dai terreni agricoli, dando priorità
all’utilizzo di quelli marginali e non utilizzati, e a spazi già occupati, come
le coperture dei tetti, in ottica di economia circolare, a cui si potrebbero
aggiungere soluzioni innovative come l’agrivoltaico che integra colture agricole compatibili con gli impianti solari, creando così l’opportunità di nuovi posti di
lavoro ma contestualmente tutelando e tramandando le tradizioni locali, e
rendendo possibile la coesistenza tra passato e futuro. Per quanto concerne la tecnologia eolica, l’evolversi delle nuove tecnologie ha permesso
lo sviluppo di aerogeneratori più performanti e con potenze unitarie maggiori
rispetto al passato, permettendo una riduzione nel numero totale di macchine da
installare a parità di sito, risultando in un uso più efficiente del
territorio.

A frenare lo sviluppo
delle rinnovabili e l’enorme potenziale che questo potrebbe generare per i
territori e il Paese è la presenza di iter autorizzativi lenti e complessi per
la realizzazione degli impianti. Un “collo di bottiglia” che rischia di
allontanare il raggiungimento degli obiettivi della transizione energetica
e di frenare la crescita economica, spingendo gli operatori a rinunciare ai
propri investimenti.

L’Unione Europea ha
fissato come data-obiettivo il 2050 per il raggiungimento della ‘neutralità
climatica’; obiettivo che sarà difficile raggiungere a meno di un cambiamento
incisivo nelle procedure amministrative e nel tasso effettivo di autorizzazioni
rilasciate, considerando che la finestra al 2030 è molto corta e che oggi, in
Italia, per il rilascio delle autorizzazioni degli impianti di larga scala
occorrono in media 1,5 anni per il fotovoltaico e 5 anni per l’eolico.

È necessaria quindi una rapida semplificazione,
anche sul modello di quanto sta avvenendo in altri paesi europei, insieme a una
presa di coscienza collettiva sull’importanza della transizione energetica,
che potrà portare ad un’Italia più sostenibile, vivibile e moderna. e a nuove
opportunità per i territori
.

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