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giovedì 23 Dicembre 2021

Il cerino è nelle mani di queste fragili forze politiche. A lui era stato dato da Mattarella che se ne va, e Draghi non intende bruciarsi le dita in un logoramento

Due cose si sono capite nel discorso di Mario Draghi di fine anno. Il mio compito è stato svolto, ho messo in sicurezza i soldi ed ho distribuito vaccini per tutti, ed io non sono indispensabile, nessuno lo è, sono sostanzialmente un Nonno.

E quindi?

Cosa vuol dire tutto questo? Che il cerino è nelle mani di queste fragili forze politiche. A lui era stato dato da Mattarella che se ne va, e Draghi non intende bruciarsi le dita in un logoramento e nel manzoniano battibecco tra polli di Renzo o di Renzi.

Lui non rimarrà a Palazzo Chigi prigioniero di queste logiche. Lui è un Nonno ha dichiarato, ed ha la giusta età per fare il mestiere delle persone mature. Il Presidente della Repubblica.

In coro i bambini politici gridano “Nooo non te ne andare, come possiamo fare senza di te”, facendo una pessima figura da asilo Mariuccia mentre non trovano la quadra su nulla. Se Draghi, che ha già messo le mani avanti dichiarando esaurito la parte A del piano, se ne va i partiti dell’unità nazionale che faranno?  Chi possono mettere al suo posto? Chi vince e chi perde? Ma soprattutto che ne sarà dell’Italia oggi  “country of the year”

Che cosa farà?

E se non eleggono Lui al Quirinale chi hanno di figura talmente accreditata da fornire le garanzie che ha avuto da Sergio Mattarella? Casini? Cartabia? Possono garantire a Draghi di non avere problemi con gli attori politici oggi in campo?

Di fatto Draghi gli sta dicendo io sono qui per Mattarella, quindi o lui rimane al suo posto, ed io continuo un altro anno, o vado io al suo. Tertium non datur.

Così è se vi pare.

Giovanni Pizzo

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