Crisi Russia-Ucraina, timori di guerra, la Sicilia in prima linea con i Global Hawk - QdS

Crisi Russia-Ucraina, timori di guerra, la Sicilia in prima linea con i Global Hawk

Crisi Russia-Ucraina, timori di guerra, la Sicilia in prima linea con i Global Hawk

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mercoledì 23 Febbraio 2022

I Global Hawk che volano sull'Ucraina partono da Sigonella, svolgono un ruolo fondamentale. Ecco perché sono così importanti, dal punto di vista militare, sia in tempo di pace che durante un conflitto

In caso dello scoppio del conflitto in Ucraina, la Sicilia sarebbe, di certo, in prima linea. In primis per la presenza della base della Marina Usa a Sigonella. E secondo, non meno importante, per i droni Global Hawk, velivoli pilotati a distanza, utilizzati per monitorare le truppe russe nel Donbass e ai confini con l’Ucraina.

Gli utilizzi del “Global Hawk”

I potenziali utilizzi del Global Hawk riguardano la raccolta di informazioni sia in tempo di pace sia durante operazioni militari. Stando alle informazioni fornite dall’aviazione statunitense le capacità del velivolo permettono una precisa localizzazione di armamenti e una migliore protezione delle forze sul campo attraverso capacità di sorveglianza superiori. Il suo “segreto” è un sensore all’infrarosso misura infatti le differenze di calore per scoprire oggetti e persone e che poi grazie a un sistema ipermoderno approfondisce i dettagli.

“E’ un momento molto drammatico. L’Italia è coinvolta da un punto di vista energetico, perché se chiudono i rubinetti stasera ci faremo da mangiare col fuoco e non con il gas. Siamo coinvolti anche da un punto di vista operativo perché i Global Hawk che volano sull’Ucraina partono da Sigonella, l’Italia è una base militare americana in larga parte. Il rischio c’è, è presente e reale”. Lo dice all’Adnkronos il generale Marco Bertolini, già comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze, commentando le tensioni tra Russia e Ucraina.

Le repubbliche del Donbass riconosciute, cambiano tutto

“In Ucraina siamo arrivati a un punto molto delicato, il fatto che Putin abbia riconosciuto le due repubbliche del Donbass sicuramente cambia la situazione. Peraltro – spiega il Genarale Bertolini – ci sono recedenti storici illustri sul campo avverso, è la stessa cosa che è avvenuta in Kosovo da parte nostra e nonostante le rimostranze russe all’epoca abbiamo riconosciuto l’autonomia del Kosovo dalla Serbia, la Russia si è opposta. La situazione molto delicata, credo che la Russia cerchi adesso di metterci di fronte al fatto compiuto, un po’ come successo con la Crimea che si è ripresa la Russia e noi non abbiamo reagito, basandosi anche su un plebiscito nella regione”.

Strascichi della guerra fredda

“Credo che la Russia sia stata vittima, come noi, della voglia di stravincere americana, gli Stati Uniti non si sono limitati a vincere la Guerra Fredda ma l’hanno anche voluta umiliare prendendole tutto quello che in un certo senso rientrava nella sua area di influenza. Ha sopportato con i Paesi Baltici, la Polonia, la Romania e la Bulgaria: di fronte all’Ucraina che gli avrebbe tolto ogni possibilità di accedere al Mar Nero, ha reagito. Questa è la situazione che ci troviamo ad affrontare – conclude – c’è stata un po’ di arroganza nello spingerli in un angolo, adesso hanno reagito. Ora speriamo che ci si limiti alle due repubblichette del Donbass e non ci sia altro, ma c’è anche un problema di tenuta del regime in Ucraina, dove si è creata una situazione con un primo ministro abbastanza improbabile, uno che viene dal mondo dello spettacolo”.

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