Dalla ricerca emerge che da casa si lavora di più rispetto a prima, ma ci sono anche dei risvolti positivi per il tempo libero.
Ormai da due anni in Italia, così come in altri Paesi, si fa sempre più ricorso allo smart working. Il “lavoro da casa” è diventato una consuetudine all’indomani dell’esplosione della pandemia da Covid-19, con abitudini e condizioni rinnovate.
Nel 2019, fino a pochi mesi prima della diffusione del virus, a usufruire dello smart working in Italia era appena mezzo milione di persone. Nel 2021, invece, sono stati contati circa 5 milioni gli italiani che hanno preferito lavorare tra le mura domestiche.
Smart working, i risultati dello studio
Nel report “Survey Attack – Rapporto sul benessere nel lavoro da casa 22” condotto da NFON vengono dettagliate le nuove modalità di lavoro da parte di smart worker di più Paesi europei (Italia, Germania, Austria, Spagna, Gran Bretagna, Francia, Polonia e Portogallo) con risultati non indifferenti.
Dalla ricerca emerge che da casa si lavora di più rispetto a prima e con maggiore stress. Di contro, comunque, sono aumentate le ore da dedicare al tempo libero a causa della riduzione degli spostamenti e della migliore organizzazione della giornata.
Le ore dedicate a lavoro, amici e sport
Quasi per 3 lavoratori su 10, con lo smart working è aumentato il carico di lavoro, mentre per 1 lavoratore su 4 è cresciuto il numero di ore che dedica al lavoro.
Parimenti, per il 36% degli intervistati lavorando da casa hanno più tempo da dedicare alla famiglia e agli amici, mentre quasi 3 lavoratori su 10 possono praticare più sport rispetto a prima.