Il giovane sindacato dei dirigenti scolastici presenta modifiche al Testo Unico e apre consultazione pubblica tra i presidi. Cresce il pericolo di chiusura delle strutture non a norma: gli enti locali impossibilitati ad agire
ROMA – Con l’avvio del nuovo anno scolastico cresce il pericolo di chiusura delle strutture non a norma: gli enti locali, impossibilitati ad agire, non si vogliono più prendere la responsabilità di far riprendere le lezioni in strutture fatiscenti. Sono non pochi, inoltre, gli esposti presentati nelle ultime settimane da genitori sempre più preoccupati.
Entra così nel vivo l’azione del giovane sindacato dei dirigenti scolastici: in vista dell’audizione, il prossimo mese, presso la VII e XI Commissione della Camera in merito all’esame dei disegni di legge n. 3830 e 3963, Udir propone l’introduzione al D.lgs. n. 81/08 del Titolo XIII bis recante ‘Disposizioni speciali in materia di Istituzioni scolastiche ed educative’ con nuovi nove articoli su individuazione del datore di lavoro responsabile sulla sicurezza, potere inibitorio e d’interdizione, obblighi e sanzioni per il proprietario dell’immobile e del DS, impegni economici, lavori in appalto, definizioni. Il problema è reale: in assenza di fondi adeguati, la Provincia di Caserta rischia di chiudere le Scuole superiori già dal prossimo 15 settembre.
Le modifiche tengono conto anche delle indicazioni dei capi d’istituto, da troppi anni caricati di responsabilità a fronte di stipendi inadeguati. Gli stessi dirigenti scolastici possono inviare le loro osservazioni entro il 31 agosto a segreteria@udir.it. Sono inoltre invitati a partecipa al Workshop di Palermo del 16-17 settembre sulla Dirigenza scolastica.
Marcello Pacifico (Confedir-Udir) ha detto: “Il datore di lavoro, quale responsabile della sicurezza e della salute dei lavoratori e delle lavoratrici delle istituzioni scolastiche ed educative, non può continuare a essere individuato nel Dirigente scolastico. La responsabilità è chiaramente del proprietario dell’Immobile, il quale deve essere però anche dotato dei poteri di spesa e delle risorse adeguate, come denunciano proprio dalla Provincia di Caserta. La proposta emendativa avanzata da Udir vuole essere una base di partenza per una seria riflessione che parta dal coinvolgimento di tutti i dirigenti scolastici che ogni giorno rischiano più di cento cause civili e penali insieme ai rappresentanti degli enti locali”.
Ma il problema non è presente solo in Campania. In Toscana, proprio in considerazione degli ultimi dati sull’edilizia scolastica resi noti dal Miur, ben 9 edifici su 10 non sarebbero a norma antisismica: solo il 9,6% degli edifici (appena 468 scuole su 5.317) rispetterebbe i criteri. Il quadro si fa particolarmente critico nelle zone dell’Abruzzo flagellate dal terremoto. La preoccupazione è alta. E la nostra Isola è piena di edifici scolastici datati e senza manutenzione adeguata.
“Alla luce dei recenti terremoti nel Centro Italia – incalza l’Ansa -, ci si chiede quanto siano sicure le scuole dei nostri figli. C’è preoccupazione tra studenti, insegnanti e famiglie nelle zone terremotate di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. In questi territori è nato il Comitato Scuole Sicure Italia, una rete di genitori soprattutto, che chiede chiarezza sulla sicurezza degli edifici scolastici. Quanti sono gli edifici adeguati sismicamente? Solo l’8%, secondo dati di Cittadinanzattiva.
Insomma, non si possono dormire sonni tranquilli.