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Giovanni Pizzo  |
lunedì 22 Luglio 2024

Il fenomeno della femminilizzazione della politica italiana potrebbe essere una soluzione per l’asfitticismo del sistema

Pare, usiamo la forma dubitativa, che il drammaturgo Grillo, in un sogno di una notte di mezz’estate, abbia elucubrato di sostituire Conte, Giuseppi per gli amici, con una donna. Come dice il nuovo detto, dietro una grande donna c’è un grande uomo, e lui si ritiene tale. Il nome che ha in testa è stato sperimentato su una grande piazza, la più grande, Roma, e si chiama Virginia Raggi, la prima Sindaco donna della capitale, la prima Sindaco Cinquestelle.

Il detto non va bene per la Meloni e la Schlein, dietro di loro non ci sono uomini, anzi, loro se li mangiano a colazione, ma Grillo è Grillo e vaglielo a spiegare. A questo punto diventa automatica la discesa in campo di Marina Berlusconi, Tajani se ne faccia una ragione, a meno di non voler finanziare lui il partito, per completare il quadro, il manifesto ideologico della sua ascesa è stato già comunicato a reti Mediaset unificate.

Calenda potrebbe farsi sostituire da sua madre, Cristina Comencini, che ha molto più appeal di lui, e Fratoianni&Bonelli, coppia di fatto tutta al maschile, dalla Salis, che all’estero è molto più conosciuta. Di maschi in politica non ce ne sarebbero più, a parte Renzi, perché è impossibile trovare una donna altrettanto antipatica, ma una quota azzurra va lasciata, insieme a Salvini perché lui è ormai da boia chi molla.

Il fenomeno della femminilizzazione della politica italiana potrebbe essere una soluzione per la “povertà” del sistema, sarebbe l’Opzione Donna dell’INPS per pensionare i vetusti maschi politici, potrebbe essere questa volta d’accordo pure la Fornero, il che è tutto dire. Se nemmeno le donne hanno le soluzioni per i problemi italiani a questo punto siamo messi peggio di quel che pensavamo. E saremmo commissariati da un’altra donna. Ursula.

Così è se vi pare.

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