I due avrebbero intimato all'uomo di consegnare loro l'arma d'ordinanza, senza però riuscirvi.
Negli scorsi giorni si è verificata una tentata rapina a Catania. A seguito di indagini, la Squadra Mobile di Catania ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura custodiale, emessa in data 4 novembre dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di: BONACCORSO Carmelo (classe 1991) MUSUMECI Santo (classe 1996).
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Le indagini hanno permesso di acquisire elementi indiziari che dimostrerebbero il coinvolgimento degli indagati nel grave episodio di azione predatoria commessa in danno di una guardia giurata.
La dinamica della tentata rapina a Catania
Le attività investigative hanno consentito di ricostruire a livello indiziario la dinamica dei fatti e di addivenire anche all’individuazione degli attuali indagati. Risulterebbe, infatti, che gli stessi, mediante violenza consistita nell’essersi prima affiancati al motociclo condotto da una guardia particolare giurata e in sequenza nello spingere il medesimo mezzo per farlo cadere, avrebbero, infine, intimato al predetto, minacciandolo di morte, di consegnare loro l’arma d’ordinanza. Il tutto, però, senza riuscirvi, sia per la reazione della persona offesa, sia per il pronto intervento di una pattuglia, casualmente presente nella vicinanze, di Agenti della Polizia di Stato. Gli indagati sono poi riusciti a fuggire nonostante fossero stati bloccati, all’interno del quartiere San Berillo Vecchio, da seconda pattuglia della Polizia di Stato.
Le ulteriori indagini, basate sul racconto dalla vittima e sull’analisi dei filmati registrati dai sistemi di videosorveglianza ubicati nell’area di Catania interessata alla tentata rapina e lungo il percorso intrapreso durante il successivo inseguimento, permettevano di risalire all’identità dei due indagati. Inoltre, sono stati raccolti utili indizi, basati anche su accertamenti riguardanti il modello e la targa del motociclo utilizzato e gli indumenti indossati dai fuggitivi.
Il Giudice per le indagini preliminari ha disposto nei confronti dei suindicati indagati, l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere.