Operazione Villa Glori a Catania, chi sono gli arrestati/indagati

NOMI | Gli “affari” di droga e furti d’auto gestiti da una stalla di Picanello, i dettagli dell’operazione Villa Glori

NOMI | Gli “affari” di droga e furti d’auto gestiti da una stalla di Picanello, i dettagli dell’operazione Villa Glori

Redazione  |
mercoledì 18 Dicembre 2024

Dal traffico di stupefacenti alle armi ai furti con "cavallo di ritorno": ecco i dettagli dell'ultimo blitz a Catania.

Sono 12 gli indagati – 6 arrestati e destinati al carcere e altrettanti con obbligo di dimora – nell’ambito dell’operazione Villa Glori a Catania, che ha permesso di smantellare un gruppo criminale dedito allo smercio di droga e al centro di un giro di estorsioni nel quartiere di Picanello.

Contestualmente, il giudice competente ha dato il via a un decreto di perquisizione e contestuale informazione di garanzia per altri 8 indagati su ordine della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania.

Operazione Villa Glori a Catania, chi sono gli arrestati/indagati

Di seguito i nomi dei 12 raggiunti da misure cautelari personali (6 in carcere e 6 con obbligo di dimora) su indicazione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania e su richiesta della locale Procura Distrettuale della Repubblica.

Custodia cautelare in carcere

  1. Buzzanca Rosario, nato a Catania il 20.09.1999;
  2. Francesco Spinella, nato a Catania il 07.12.2000;
  3. Angelo Di Stefano, nato a Catania il 02.06.1961;
  4. Federico Morabito, nato a Catania il 08.07.2003;
  5. Sebastiano Sanfilippo, nato a Catania il 02.06.1992;
  6. Giuseppe Tringale, nato a Catania il 30.03.1970.

Obbligo di dimora

  1. Fulvio Amante, nato a Catania il 27.05.2003;
  2. Santo La Martina, nato a Catania il 15.09.1986;
  3. Orazio Leonardi, nato a Catania il 12.08.1978;
  4. Ernesto Carmelo Nicolosi, nato a Catania il 26.07.1986;
  5. Carmelo Enrico Privitera, nato a Catania il 07.11.1995;
  6. Alessio Scuderi, nato a Catania il 14.06.2001.

Il blitz

L’operazione Villa Glori è scatta alle prime ore del mattino, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, e ha visto impegnati oltre 100 militari del Comando Provinciale Carabinieri, supportati dai reparti specializzati dell’Arma. Sono 12 gli indagati raggiunti da misura cautelare e sono in corso perquisizioni e accertamenti su altre 8 persone.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, dei reati di concorso in estorsione, furto aggravato in concorso, ricettazione aggravata in concorso, produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi.

L’indagine

L’operazione Villa Glori ha riguardato, un gruppo che sulla base degli indizi raccolti avrebbe disponibilità di armi e base operativa in una stalla” di Picanello, per l’esattezza in piazza Villa Glori. Il gruppo sarebbe stato dedito a furti di veicoli, in genere con il metodo del “cavallo di ritorno”, e di ricettazione dei mezzi rubati. In più, 12 indagati sarebbero coinvolti anche nel traffico di droga a Catania: smerciavano principalmente marijuana, hashish e droghe sintetiche.

L’indagine ha permesso – attraverso intercettazioni e riscontri oggettivi – di ricostruire vari furti d’auto, commessi quotidianamente con strumenti tecnologicamente avanzati per eludere le centraline elettroniche. A seconda della marca, i mezzi rubati e poi diventati oggetto di estorsioni fruttavano al gruppo criminale tra i 500 e i 1500 euro (a seconda del veicolo e del suo valore di mercato).

Operazione Villa Glori, come lavorava il gruppo criminale di Picanello

Alla base del giro di estorsioni c’era la cosiddetta “regola dei tre giorni“: entro questo periodo temporale, i proprietari avrebbero potuto contattare gli autori dei furti per riottenere le proprie auto dietro pagamento di una somma di denaro. In caso di non pagamento del “cavallo di ritorno”, i pezzi dei veicoli rubati venivano venduti.

La stalla, come detto, avrebbe rappresentato, non solo simbolicamente ma anche operativamente, il fulcro delle attività illecite del gruppo: gli indagati l’avrebbero utilizzata come base per lo spaccio e per pianificare le estorsioni da mettere in atto. Lì, avrebbero anche custodito armi e droga. Nel corso di una perquisizione, gli operatori hanno sequestrato una pistola calibro 7,65, il calciolo di un fucile, munizioni varie e 15 stecche di marijuana.

Gli indagati dell’operazione Villa Glori avrebbero individuato anche strategie “utili” a eludere eventuali investigazioni, come l’utilizzo di un linguaggio volutamente criptico e vago.

Le figure chiave sarebbero state Giuseppe Tringale, detto “zio Pino”, e Angelo Di Stefano, già già condannati per associazione per delinquere di stampo mafioso e autori di numerose estorsioni. C’erano poi Carmelo Enrico Privitera e Sebastiano Sanfilippo, implicati sia nei furti che nelle estorsioni; Francesco Spinella, attivo sia nei furti che nello spaccio di droga; Fulvio Antonino Amante, in possesso delle armi e fondamentale nei processi di “negoziazione” con le vittime delle estorsioni. Nella rete finita al centro dell’operazione Villa Glori c’erano anche altri soggetti (gli odierni arrestati/indagati prima menzionati), principalmente coinvolti nello spaccio di droga. Nel corso del blitz, gli operatori hanno sequestrato: tre pistole, un fucile, munizioni varie e 20 chili di marijuana, 1,6 di hashish, 35 grammi di cocaina, 25 grammi di ketamina, 25 grammi di MDMA, 19 pasticche di ecstasy e 500 euro in contanti.

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