Film, da una storia vera, "Le ragazze di Wall Street" - QdS

Film, da una storia vera, “Le ragazze di Wall Street”

Francesco Torre

Film, da una storia vera, “Le ragazze di Wall Street”

venerdì 15 Novembre 2019

Una pellicola che parla di soldi, potere, sesso, inganno, criminalità, con un approccio brillante e ingannevolmente amorale. Nel solco degli ultimi grandi esempi di cinema ambientato nel regno dei broker Usa

LE RAGAZZE DI WALL STREET
Regia di Lorene Scafaria. Con Constance Wu (Dorothy/Destiny), Jennifer Lopez (Ramona), Julia Stiles (Elisabeth), Cardi B (Diamond)
Usa 2019, 110’.
Distribuzione: Universal Pictures/Lucky Red

Ispirato a una storia vera (narrata da Jessica Pressler sulla rivista “New York”), “Le ragazze di Wall Street” è un film che parla di soldi, potere, sesso, inganno, criminalità, con un approccio brillante e ingannevolmente amorale che si situa nel solco degli ultimi grandi esempi di cinema ambientato nel regno dei broker statunitensi.

Un gruppo di spogliarelliste decide di cavalcare l’onda della crisi economica del 2008 per attuare un’elaborata truffa ai danni degli uomini di Wall Street, vale a dire i loro migliori clienti.

Scritto e diretto da Lorene Scafaria (“Cercasi amore per la fine del mondo”), il film è narrato in gran parte dal punto di vista di Dorothy (ricordate “Il mago di Oz”?), la più ingenua del gruppo delle stripper, così da dare allo script la struttura del romanzo di formazione. Tra flashforward e conseguenti flashback, la giovane donna presenta alleati e nemici, passa da una deprimente vita privata a una goliardica routine di colleghe di lavoro e illustra nel dettaglio i meccanismi leciti e soprattutto illeciti di una truffa milionaria.

Con un montaggio vivace e dialoghi senza peli sulla lingua, l’autrice guarda con empatia al mondo di queste donne talentuose e audaci. Nonostante ciò, le loro figure rimangono in superficie, e quelle che potenzialmente potrebbero essere interessanti sottotrame non vengono mai esplorate a dovere.

Non solo. Sebbene la cornice dell’intervista possa dare la stura a un cortocircuito tra realtà e ricordi, intenzioni e rimozioni, la sceneggiatura non è mai tentata dall’esplorazione del substrato psicologico della narratrice, concentrandosi invece in maniera quasi maniacale sulle frodi attuate durante le attività finanziate perpetrate ai danni di ignari risparmiatori.

In questo senso, il film finisce per farsi portavoce di un moralismo sessista, che chiude un occhio sugli aspetti meno “progressisti” della vicenda (è evidente che parte della truffa organizzate dalle spogliarelliste riguarda l’attività di prostituzione, ma ciò non viene mai esplicitato) e cade pure nel cliché dello shopping compulsivo di lusso, ovvero l’altra faccia del capitalismo che qui si vorrebbe criticare.

Voto: ☺☺☻☻☻

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