Agricoltura, silvicoltura e pesca, 2022 da dimenticare per la Sicilia

Cereali e agrumi in picchiata, un anno da dimenticare per l’agricoltura siciliana

Antonino Lo Re

Cereali e agrumi in picchiata, un anno da dimenticare per l’agricoltura siciliana

Michele Giuliano  |
giovedì 05 Ottobre 2023

Nel 2022 s segna un -3% di produzione che fa anche crollare il valore aggiunto di oltre il 4%

Il 2022 non è stato certo un anno positivo per l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca siciliana. Secondo i dati raccolti dall’Istat, nel 2022 il settore ha prodotto 6.149 milioni di euro, con una variazione, rispetto all’anno precedente del 3%. Un calo importante, che ha portato, in termini di valore aggiunto, a 3.892 milioni di euro, il 4,2% in meno rispetto al 2021 Si tratta di numeri ben più alti della media nazionale, che segna anch’esso un calo ma molto più contenuto, che si ferma al -1,5% per la produzione e al -1,8% per il valore aggiunto. Peggio della Sicilia, le Marche con una produzione che scende del 6,9%, seguite dal Molise, al -6,7%, la Puglia, al -4,7%, e la Calabria, a l -3,4%. Dall’altra parte della classifica, la Valle d’Aosta, che cresce del 5,2%, seguita dal Friuli Venezia Giulia, al 2,5% di crescita, e il Trentino Alto Adige, al +2,4%.

Le colture siciliane “storiche” in forte perdita

La riduzione a livello siciliano è principalmente da imputare all’annata estremamente sfavorevole per i cereali e gli agrumi, produzioni storiche e consolidate sul territorio. Al contrario, la regione si pone tra le prime posizioni per la coltivazione di fiori in piena aria, superata soltanto dalla Liguria; anche per le attività vivaistiche ornamentali arbustive e forestali l’Isola si pone sul podio, al terzo posto, dietro a Toscana e Lombardia. Nello specifico, si tratta di due settori in forte crescita, e l’aumento dei prezzi di gas ed energia non sembra aver avuto ripercussioni significative, con i prezzi alla produzione cresciuti in maniera tutto sommato contenuta (+10,2%). I mutamenti climatici, poi, potrebbero favorire, nel prossimo futuro, una espansione dei volumi del settore anche verso aree e regioni tradizionalmente non vocate.

Una crisi agricola che si abbatte su tutta la Penisola

L’agricoltura, silvicoltura e pesca stanno vivendo un momento difficile in buona parte della penisola, in controtendenza rispetto al resto dell’economia nazionale: nel 2022 il valore aggiunto del settore è calato, in termini reali, dell’1,8%; in flessione anche volume della produzione (-1,5%) e occupazione (-2,1%). Andamenti negativi per quasi tutte le coltivazioni: in decisa contrazione la produzione di legumi (-17,5%), olio di oliva (-14,6%) e cereali (-13,2%); diminuiscono le attività di supporto (-5,4%) e il comparto zootecnico (-0,6%). Annata molto favorevole per la frutta (+23,2%) e positiva per le attività secondarie (+8,6%) e il florovivaismo (+1,1%). In forte rialzo i prezzi di vendita dei prodotti agricoli (+17,7%) e incremento ancora più consistente dei prezzi dei beni e servizi impiegati dal settore (+25,3%). Produzione e valore aggiunto in deciso calo (-3% e -1,5%) in tutta l’Unione europea, dove l’Italia mantiene comunque una posizione di rilievo, e risulta seconda per valore aggiunto e terza per valore della produzione.

Nel 2022 si conferma il trend negativo del 2021

È un andamento che rispecchia l’anno precedente: nel 2021 il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca aveva subìto gli effetti delle avverse condizioni climatiche ai quali si era aggiunto, soprattutto nella seconda parte dell’anno, il consistente rialzo dei prezzi degli input produttivi. Nel 2022 questi fattori, anziché attenuarsi, si sono ulteriormente amplificati, incidendo pesantemente sui volumi di molte produzioni e, soprattutto, sui costi di produzione. In particolare, la flessione ha riguardato la produzione agricola di beni (-2,5% in volume per le coltivazioni e -0,6% per il comparto zootecnico) e le attività dei servizi di supporto (-5,4%), mentre solo le attività secondarie non agricole hanno fatto segnare un andamento positivo (+8,6%). Risultati negativi anche per produzione e valore aggiunto della silvicoltura (rispettivamente -2,5% e -2,3% in volume) e in ulteriore marcata contrazione è risultato anche il settore della pesca (-3,5% la produzione e -2,9% il valore aggiunto).

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