L’albero di Natale, una magia di cui prendersi cura - QdS

L’albero di Natale, una magia di cui prendersi cura

redazione

L’albero di Natale, una magia di cui prendersi cura

venerdì 15 Dicembre 2023

I consigli di Coldiretti e degli agronomi per mantenere in vita l’abete e per dargli una seconda chance dopo le festività. È bene non collocarlo vicino a fonti di calore dirette e posizionarlo in un luogo luminoso. La terra? Deve essere umida

Ormai è una tradizione irrinunciabile. D’altronde, non è veramente Natale senza quel tocco di magia che solo un albero, con gli addobbi sgargianti e le lucine a intermittenza, sa dare a ogni ambiente dove si vuole vivere pienamente l’atmosfera della festa.

Ma come scegliere l’abete giusto? E come prendersene cura? All’uopo, Coldiretti ha stilato un vademecum con alcuni pratici consumatori. Prima di comprare l’albero, scrive l’associazione dei coltivatori, meglio preventivare l’acquisto con qualche giorno di anticipo per dare modo alla pianta di adattarsi al nuovo ambiente e distendere bene i rami, imprigionati dalla rete per il trasporto; misurare accuratamente l’altezza del soffitto di casa, per non trovarsi con un albero troppo alto perché all’aperto gli alberi sembrano molto più piccoli che all’interno.

In secondo luogo, quando si va al vivaio o nei mercati di Campagna Amica, è inutile impegnarsi in complicate ricerche dell’albero perfetto perché ogni esemplare tende ad avere un lato meno ricco di rami nella parte cresciuta verso nord. D’altronde si tratta di un albero vivo, la cui naturale asimmetria è sicuramente compensata dall’autenticità dello stesso; tutte le conifere – sottolinea la Coldiretti – tendono a perdere gli aghi nella parte interna dei rami ma ciò non significa che l’albero sia vecchio e in ogni caso, per evitare di sporcare macchine e case, chiedere al vivaista di scuotere l’albero per far cadere gli aghi secchi.

Una volta a casa, è bene sistemare l’albero in un luogo fresco e al riparo da correnti d’aria, come porte e finestre al riparo da eventuali forti folate di vento; evitare addobbi pesanti per non spezzare i rami; non spruzzare neve sintetica e spray colorati perché l’albero è vivo e respira.

Ma come fare a mantenerlo in buona salute e cosa farne alla fine delle festività? Altri suggerimenti arrivano dagli agronomi di Roma. “Per moltissimo tempo – ricorda Odaf Roma – l’unico albero utilizzato è stato quello vero, cioè un albero vivo, quasi sempre proveniente da aziende agricole vivaistiche specializzate in questa produzione, con dimensioni e caratteristiche che possono essere diverse. Le piante più utilizzate sono l’abete rosso (alberi del genere Picea) e gli abeti del genere Abies. Molte di queste piante vengono vendute con pane di terra, cioè piante in zolla protetta in genere da una tela in juta con ulteriore protezione in paglia o altri materiali che avvolgono la zolla radicale dove le radici sono state recise. Le piante vengono di solito collocate in un vaso allo scopo di favorire la stabilità dell’albero per tutto il periodo natalizio”.

In generale è bene “non collocare l’albero vicino a fonti di calore dirette come termosifoni, camini, forni, stufe, ecc… È bene mettere l’albero in un luogo luminoso (vicino ad una finestra o ad una porta a vetri). Dovrà anche essere garantita la periodica bagnatura della terra e delle radici ad elevato rischio di disidratazione, mantenendo il terreno sempre fresco e umido”.

Dopo le feste si può verificare la fattibilità del trapianto di questi alberi in ambienti aperti in piena terra. Per non vedere seccare l’albero, è necessario sapere se ha sufficienti radici in grado di svilupparsi ancora dopo il trapianto ed è altrettanto necessario verificare se il luogo d’impianto è quello giusto per ospitare questi alberi e vederli crescere. “Non tutte le città e non tutti i terreni – spiega Flavio Pezzoli, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Roma – sono adatti ad ospitare gli alberi di Natale dei generi Picea e Abies, che prediligono terreni freschi e profondi, inverni freddi ed estati fresche e con precipitazioni specie nel momento della ripresa vegetativa e della crescita annua, cioè da maggio ad agosto”.

“La loro coltivazione – aggiunge Pezzoli – è così da sconsigliare, pena il deperimento delle piante o la loro morte prematura, nelle aree litoranee e marittime e in gran parte delle città italiane con la sola esclusione dei centri dell’area alpina, prealpina e appenninica dove queste piante sono già ampiamente rappresentate nei popolamenti dei boschi delle zone alto collinari e montane. È del tutto evidente che molte città, tra cui Roma, non sono il luogo ideale per ospitare la coltivazione degli alberi di Natale sia di quelli provenienti dalle case dei cittadini, sia quelli che arrivano direttamente dai vivai di produzione”.

Secondo Coldiretti, l’albero può essere posizionato all’esterno sul balcone o in giardino, ricordando che è una pianta che può crescere anche fino a 15- 20 metri. Se non si ha sufficiente spazio è possibile donarlo ai centri di raccolta indicati dai vivaisti, dai Comuni, dal Corpo forestale dello Stato o in alcuni mercati di Campagna Amica.

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