Alberto Rossi, un giovane attore catanese alla corte del “Gattopardo” targato Netflix - QdS

Alberto Rossi, un giovane attore catanese alla corte del “Gattopardo” targato Netflix

Valeria Arena

Alberto Rossi, un giovane attore catanese alla corte del “Gattopardo” targato Netflix

giovedì 20 Luglio 2023

Dopo “L’estate più calda” per Amazon Prime, il ruolo di Paolo nella serie ispirata al romanzo di Tomasi di Lampedusa

PALERMO – De “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa conosciamo tutto, Luchino Visconti ha addirittura dato forma e voce ai suoi personaggi, ma sulla versione di Netflix, che ha scelto la formula della serialità, vige ancora il massimo riserbo, giusto un paio di scatti suggestivi e i nomi dei membri del cast, tra cui figura anche il catanese Alberto Rossi, che nella serie tv sarà Paolo, il primogenito del principe di Salina e quindi futuro erede.

Sul progetto Alberto non può condividere nulla al momento, a eccezione della sua gioia nel far parte di una produzione così attesa: “Devo ammettere di essere felice e onorato, è un testo importantissimo per gli italiani ma soprattutto per noi siciliani, l’ho sempre considerato talmente prezioso da essere inarrivabile e riuscire a far parte di questo progetto mi rende orgoglioso”.

È un libro che sembra non invecchiare mai o forse siamo noi che non riusciamo a cambiare…
“Assolutamente sì, non invecchia. E lavorando al progetto così da vicino mi sono reso conto di quanto sia importante la nostra storia, mi ha dato l’opportunità di entrare nella mente e nei pensieri dei personaggi quindi in realtà, io qualcosa l’ho cambiata”.

Accantoniamo Il Gattopardo, di cui non possiamo dire nulla di più. Tu sei anche tra i protagonisti di “L’estate più calda”, secondo lungometraggio di Matteo Pilati appena rilasciato da Amazon Prime…
“Sì, il progetto è iniziato la primavera dallo scorso anno, quando sono stato scelto per il ruolo di Arturo. Ero felicissimo, perché mi rapportavo per la prima volta con un grosso progetto, che poi tra l’altro, il mio primo film. È stato talmente bello vivere quel set e lavorare con Matteo Pilati, e tutte le persone attorno che mi hanno aiutato a muovere i miei primi passi, che lo porterò sempre nel cuore. Matteo poi è in grado di cogliere le sfaccettature di ogni personaggio e di sciogliere i tuoi dubbi, allo stesso tempo è aperto ai punti di visti e ai consigli di noi attori. È stato quindi un lavoro di squadra, ci siamo trovati tutti quasi allo stesso livello ed è stato anche questo che mi ha fatto capire di essere molto fortunato e di far parte di un progetto stimolante. Adesso sto lavorando con Tom Shankland e Giuseppe Capotondi per ‘Il Gattopardo’ e mi sento cosi grato perché anche loro parlano con gli attori cercando insieme spunti per il progetto, ed è bello quando succede, perché senti di far parte in maniera totale del progetto”.

Piattaforme come Netflix e Amazon stanno puntando molto su giovani attori quasi sconosciuti, stanno lanciando nuove carriere e tu ti inserisci in questa scia. Cosa ne pensi?
“Sia il cinema che le grandi piattaforme stanno cercando di dare opportunità a ragazzi e ragazze con poca esperienza senza forzare i tempi e soprattutto dandogli l’opportunità di essere sé stessi. C’è una ricerca continua e attenta sui volti nuovi e si percepisce una voglia di cambiamento. Certo, bisogna crederci e tenere duro. Bisogna essere di testardi. Non farsi abbattere al centesimo rifiuto perché non si può essere adatti per tutto”.

Lo scorso mese Alessandro Borghi, ospite dell’Etna comics, ha raccontato di essersi dato un ultimatum quando a vent’anni e faceva mille lavori insieme a quello dell’attore: se a trent’anni non vivrò di questo, smetterò. Poco prima dei trenta è arrivato Suburra e la sua vita è cambiata. Tigna e un pizzico di fortuna?
“Ecco, se ci credi, è la persistenza che ti salva. E poi devi riuscire a ignorare quello che ti capita attorno di negativo e vivere in maniera gioiosa e spensierata persino i no. Magari se non avessi ricevuto tutti i ‘No’ che ho ricevuto, adesso non sarei stato in grado di sostenere la pressione di progetti importanti e avrei iniziato male. Sono contento del percorso che mi ha portato fin qui. Ogni progetto è un nuovo inizio, ma la fine del progetto può fare anche paura. Molti attori pensano: e adesso chi mi piglia a lavorare? Spesso noto questa ansia in molti dei miei colleghi. Secondo me invece non c’è niente di più bello dell’attesa di qualcosa di nuovo. È vero, si tratta di un lavoro precario, soprattutto per quei ragazzi che magari dedicano anima e corpo a progetti a cui credono fortemente e poi non hanno il sostegno economico e l’indipendenza per poter vivere solo di quello. Un piccolo piano B devi sempre averlo, devi sempre proiettarti su qualcos’altro e io devo ringraziare i miei genitori che mi hanno insegnato a non focalizzare gli sforzi unicamente su un unico percorso.

Ci pensi mai che “Il Gattopardo” può cambiarti la vita e la carriera?
“Ecco, questa è un quel tipo di ansia che non cerco di assecondare. Non puoi mai sapere come andrà un progetto, non c’è nulla di prevedibile. Non voglio pensare troppo al futuro, ma concentrarmi su quello che sono adesso, perché mi piace. Non voglio pensare a come sarà domani e cerco di non avere previsione su quello che accadrà. Mi godo il momento e poi vedremo. Cambiare le prospettive a volte è difficile, ma spero che i ragazzi/e che hanno voglia di farlo, persistano affinché ottengano il loro risultato, senza fermarsi ai primi ‘No’”.

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