Allarme medici famiglia: "Niente aiuti, pronti a chiudere ambulatori" - QdS

Allarme medici famiglia: “Niente aiuti, pronti a chiudere ambulatori”

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Allarme medici famiglia: “Niente aiuti, pronti a chiudere ambulatori”

Redazione  |
mercoledì 30 Novembre 2022

"Inaccettabile che Legge Bilancio non contempli alcun sostegno ai medici di famiglia, se necessario pronti a mobilitazione", spiega la Fimmg

“È inaccettabile che la Legge di Bilancio non contempli alcun sostegno ai medici di famiglia, se necessario siamo pronti ad una mobilitazione, anche con la serrata dei nostri studi”. Così Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), annuncia l’autoconvocazione del Consiglio nazionale per la giornata di domenica a Bari. “Sosteniamo i colleghi che in Puglia hanno proclamato lo stato di agitazione e saremo al loro fianco per aggiungere la nostra voce alla loro nel denunciare il gravissimo stato di disagio che la categoria vive, sottoposta a carichi di lavoro insostenibili ed economicamente penalizzata per i costi del caro energia”, afferma scotti.

Il Consiglio nazionale – si legge in una nota – sarà l’occasione per portare la solidarietà di Fimmg nazionale alla segreteria regionale della Puglia, pronta a deliberare la mobilitazione della categoria e a individuare le iniziative di lotta sindacale, ma che si prefigura anche come il primo passo verso un’azione di livello nazionale. “È francamente inaccettabile la totale assenza di misure di sostegno per la categoria dei medici di medicina generale – denuncia Scotti – e la completa mancanza, nella nuova Legge di Bilancio, di capitoli di spesa dedicati al potenziamento di un’assistenza di prossimità e dei contratti dei convenzionati. Si continua a commettere lo stesso errore di puntare sulle strutture, senza comprendere che sono i professionisti che le animano a dare attuazione concreta all’articolo 32 della Costituzione”.

“Siamo già in contatto con i sindacati principali dell’area sindacale convenzionata, Fimp e Sumai, per azioni rivendicative comuni se non si emenda questa mancanza”, afferma il segretario Fimmg. Ad infiammare la categoria è anche l’assenza di misure a sostegno della medicina generale per sopperire ai costi del caro energia e dell’inflazione. “I medici di medicina generale – prosegue Scotti – sono ancora una volta costretti a sostenere in proprio e senza alcun aiuto le spese di gestione di studi che sono veri e propri presidi per la salute dei cittadini, e lo fanno nel pieno di una crisi energetica e d’inflazione che sta diventando francamente insopportabile”.

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