Andrea Messina: "La Riforma della burocrazia in Aula per la prossima estate" - QdS

Andrea Messina: “La Riforma della burocrazia in Aula per la prossima estate”

Francesco Sanfilippo

Andrea Messina: “La Riforma della burocrazia in Aula per la prossima estate”

martedì 25 Aprile 2023

Forum con Andrea Messina, assessore regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica

Intervistato dal vice presidente Filippo Anastasi, l’assessore regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica, Andrea Messina, risponde alle domande del QdS.

Sul rinnovo del contratto del personale della Regione tutti i governi hanno provato a fare qualcosa, ma nessuno ci è riuscito. In quale fase ci troviamo? Sono pronte le direttive per l’Aran?
“Si tratta di una materia su cui stiamo lavorando. Abbiamo già inserito tutti gli oneri nella Legge finanziaria per la stipula del contratto e dialoghiamo con l’Aran su questi aspetti per convergenza di funzioni e di competenze, oltre che per obblighi. Manca soltanto una piccola frazione della copertura finanziaria che è di circa 4-5 milioni di euro per poi procedere alla stipula del contratto. Questa somma dovrà essere recuperata nella Legge finanziaria, mentre tutti gli altri capitoli hanno la copertura, partendo dai 52 milioni di euro accantonati dal precedente Governo. Prima dell’estate lo firmeremo, anche di concerto con le organizzazioni sindacali che stanno accogliendo questa tempistica”.

Riforma della burocrazia: la legge 7/2019 è rimasta sulla carta. Come intendete mettere mano a un’altra grande incompiuta del Governo Musumeci?
“Con il presidente Schifani ci siamo dati un ordine e un calendario di priorità, come le Provincie e la Riforma della dirigenza. Le Provincie sono in uno stato di abbandono e stiamo lavorando urgentemente per prevedere un’amministrazione attiva che possa procedere a recuperare i ritardi per opere e servizi lasciati in sospeso durante i vari commissariamenti. Un altro obiettivo importante, però, su cui stiamo lavorando, è la Riforma della dirigenza. La Regione aveva assunto un obbligo con lo Stato che aveva chiesto di procedere in tale direzione per permettere la dilazione del debito della Regione stessa. Al momento, la criticità più grossa deriva dalla mancanza di dirigenti generali da poter nominare. Abbiamo solo tre dirigenti di seconda fascia e circa ottocento di terza fascia. Della prima non è rimasto più nessuno. Per legge, dovevamo nominare soltanto quelli di prima e di seconda fascia, ma, non essendoci, abbiamo dovuto ricorrere alla terza fascia. Abbiamo già la bozza di legge, completato il lavoro con il Dipartimento e approfondito con i tecnici. Delibereremo il provvedimento in Giunta di governo per poi passarlo in Assemblea. Dopo le Provincie, questo sarà il secondo provvedimento che andrà esaminato in Aula in merito alle riforme che riguardano la Funzione pubblica. Speriamo di poterla portare prima dell’estate, anche perché abbiamo una scadenza con lo Stato da rispettare”.

Che cosa prevede questa riforma?
“In primo luogo l’istituzione di una fascia unica cui si accederà per concorso. Oggi, come accennato, il problema è che abbiamo quasi esclusivamente dirigenti di terza fascia che non sono eleggibili per incarichi che spettano ai dirigenti di prima e seconda fascia. Stiamo, quindi, facendo una fascia unica con un concorso che preveda dei requisiti e l’idoneità agli incarichi. Chi supererà il concorso andrà in questa fascia, chi non lo supererà resterà in una posizione transitoria fino alla pensione, assumendo un incarico di servizio. La Pa è organizzata, verticalmente, in diverse tipologie di dirigenti: ci sono quelli generali e quelli di servizio. La selezione del concorso sarà fatta per titoli di istruzione e di servizio ed esami, come prevede l’accordo con lo Stato. In Giunta, abbiamo già deciso, nel frattempo, di nominare due dirigenti generali esterni: uno nella sanità e un altro per le acque e i rifiuti”.

Riguardo alla difficoltà degli Enti locali ad avere gente valida per portare avanti i progetti, in che modo si può supplire, anche in relazione al Pnrr?
“Il Pnrr può supplire in parte, non solamente per le opere ma anche per altre finalità come l’innovazione tecnologica, il risparmio energetico e la digitalizzazione. Tuttavia, i Comuni si trovano in carenza di personale qualificato negli uffici. Per venire incontro alle esigenze degli Enti locali abbiamo messo in Finanziaria un grosso contributo di 200 milioni di euro a fondo perduto proveniente da fondi strutturali che traferiremo ai Municipi per incaricare tecnici esterni e preparare i progetti. I Comuni anticipano la somma per la progettazione che poi recuperano con questo fondo per poterla riutilizzare in seguito. Nel prossimo triennio ci saranno molti fondi strutturali europei per miliardi da poter utilizzare, non soltanto quelli provenienti dal Pnrr. Tuttavia, se i Comuni non avranno i progetti pronti, non potranno parteciparvi”

Si è parlato molto dell’aumento delle indennità di sindaci, vice e presidenti dei Consigli comunali…
“Abbiamo messo in Finanziaria un contributo pari al 50% dell’aumento, cioè sei milioni, e, a breve, faremo una conferenza con l’Anci per stabilire i criteri per il trasferimento. Perciò, come Sicilia, stiamo compartecipando all’aumento delle indennità per sindaci e assessori pari al 50%. L’aumento è facoltativo e dipenderà dai singoli sindaci procedere o meno”.

Si prepara il ritorno delle vecchie Province

Sul Ddl ex Province regionali pensa si stia andando nella giusta direzione?
“Abbiamo già adottato in Giunta la bozza del Disegno di legge e lo abbiamo già passato al Parlamento per effettuare tutti i passaggi necessari. Il Ddl prevede l’elezione diretta di tutti i presidenti e dei consiglieri, adeguandola al sistema elettorale attuale in Sicilia ed è stato calato nel nostro ordinamento degli Enti locali. Si prevede la preferenza di genere, l’obbligo della quota di genere nella presentazione delle liste e nelle Giunte provinciali. Tutte queste novità non c’erano nella vecchia legge. Abbiamo trovato anche un equilibrio per il numero dei consiglieri provinciali, facendo la media tra quella che, oggi, è la proposta dello Stato e quello previsto dalla vecchia legge regionale. Per esempio, a Palermo lo Stato prevede trenta consiglieri provinciali, mentre in quella regionale del tempo se ne prevedevano 45. Abbiamo trovato il punto di equilibrio in trentasei consiglieri. Naturalmente, nel passaggio al parlamento regionale, il disegno potrebbe subire delle integrazioni o modifiche e sarà quest’ultimo a prendere le decisioni finali. Aspettiamo in ogni caso l’abrogazione della Legge nazionale Delrio per esaminarla in Aula, perché emanare la legge prima dei provvedimenti nazionali sarebbe incostituzionale. Da Roma ci hanno comunicato che tra due mesi la legge Delrio sarà abolita”.

L’impianto della precedente riforma, quindi, è stato fallimentare?
“Si pensava, erroneamente, che abolendo le Province le competenze sarebbero andate alla Regione e ai Comuni. Ma le Provincie in sé non sono mai state abrogate, tranne la possibilità di eleggere gli amministratori. Sono rimasti il personale e la struttura e i consigli di secondo livello non sono mai stati costituiti, lasciando il governo ai commissari straordinari. In compenso, i cittadini non hanno più ricevuto servizi, ma le spese sono rimaste”.

Verso la riorganizzazione della Polizia municipale

Quali obiettivi si pone per i prossimi anni?
“Occorre una riforma degli Enti locali e la riforma della Polizia municipale. La prima è necessaria per aggiornare l’organizzazione dei Comuni. Purtroppo, le competenze sulla finanza pubblica non spettano alla Regione ma allo Stato, non essendo competenza esclusiva della Sicilia. La seconda è una riforma attesa da trent’anni, poiché assistiamo in Sicilia a una frammentazione e disomogeneità dei Corpi di Polizia municipale, che dovrebbero chiamarsi Polizia locale per tutti. Faremo una Legge quadro che prevede la formazione di questo personale. Si vuole seguire l’esempio della Polizia, dove la formazione è comune per tutti i partecipanti prima di essere assegnati. Sia le organizzazioni sindacali, sia i Comuni, sia le associazioni di categoria ci hanno chiesto di accelerare e raggiungere questo obiettivo”.

Istituirete un’Accademia della Polizia locale in Sicilia?
“Stiamo valutando l’ipotesi, anche se non abbiamo dato priorità a quest’aspetto, dovendoci dedicare alla riforma delle Provincie e della Dirigenza. Poi, dobbiamo garantire la formazione del nostro personale, ma adesso siamo in una fase di assunzione, trovando bandi di concorso del precedente Governo che sono stati completati e consentiranno l’assunzione di mille unità. Questa spesa proviene da fondi bloccati del ministero del Lavoro”.

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