Anir Confindustria e la lotta alla povertà educativa. I dati del report

Anir Confindustria e la lotta alla povertà educativa, il rapporto di Save the Children

Filippo Calascibetta

Anir Confindustria e la lotta alla povertà educativa, il rapporto di Save the Children

Redazione  |
venerdì 08 Settembre 2023

Anir Confindustria ha affermato il suo impegno per contrastare le povertà educative, dopo il report pubblicato da Save the Children

Save the Children nel rapporto “Il mondo in una classe. Un’indagine sul pluralismo culturale nelle scuole italiane” sottolinea l’importanza di un intervento strutturale e continuativo per cambiare le condizioni di vita dei bambini e raccomanda che gli interventi strutturali, come quelli del Pnrr, siano l’occasione di un vero strumento di eguaglianza e contrasto alle povertà educative, visto che “asili nido, mense e tempo pieno sono ancora appannaggio di pochi”.

“Evidenziamo l’importanza di garantire l’accesso alla mensa scolastica e al tempo pieno, visto come uno strumento fondamentale per contrastare l’abbandono scolastico e come contrasto alle disuguaglianze. Si tratta di un’ulteriore testimonianza di come il servizio della ristorazione scolastica sia sempre stato un servizio pubblico importante. Questo di Save the Children è un rapporto che si aggiunge agli altri studi e alle altre indagini, che dimostrano come la mensa contribuisca a fornire un pasto giusto ai bambini e alle bambine appartenenti a famiglie fragili”.

La proposta di Anir Confindustria

“C’è la grande opportunità – dice Massimo Piacenti, presidente di Anir Confindustria – dei finanziamenti del Pnrr per poter fornire servizi fondamentali laddove non ci sono allo stato attuale. Lo studio di Save the Children indica una contrazione della quota di pil investita in questo settore: siamo al 4,1% quando il resto d’Europa investe in media il 4,8%. Da parte delle imprese della ristorazione collettiva c’è la disponibilità ad un confronto ampio per poter dare il nostro contributo affinché il Governo e le altre Istituzioni coinvolte possano pensare di studiare un’azione efficace e duratura. Stiamo investendo su concetti come cibo pubblico e pasto giusto proprio perché consapevoli che le nostre società forniscono un servizio universale che, dove c’è, dà il suo contributo non solo in termini nutrizionali, ma anche formativi e sociali”.

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