Appelli per il futuro dell’Ospedale di Canicattì - QdS

Appelli per il futuro dell’Ospedale di Canicattì

Irene Milisenda

Appelli per il futuro dell’Ospedale di Canicattì

venerdì 26 Maggio 2023

Il Comitato pro nosocomio ha avviato una serie di interlocuzioni per innalzare i livelli di efficienza e garantire in questo modo i migliori servizi possibili per gli utenti del comprensorio

CANICATTÌ (AG) – Continua a rimanere alta l’attenzione sul futuro dell’Ospedale Barone Lombardo. Il comitato civico pro Ospedale è infatti tornato su quelle che sono state definite dallo stesso vistose e consistenti carenze nei singoli reparti e ambulatori, con la mancanza di circa ottanta medici e cento infermieri e posti letto rispetto a quanto previsto, a danno della tutela della salute dei cittadini nell’area del Distretto socio-sanitario 3 (che comprende i comuni di Canicattì, Camastra, Campobello di Licata, Castrofilippo, Grotte, Naro, Racalmuto, Ravanusa).

“Abbiamo lanciato appelli – hanno sottolineato dal Comitato pro Ospedale – e invitato i sindaci a prendere in mano la situazione: abbiamo raccolto più di cinquemila firme e siamo scesi in piazza a manifestare, ma siamo rimasti inascoltati”.

Il Comitato nei giorni scorsi ha scritto inoltre una missiva al ministero della Salute, chiedendo un intervento urgente al fine di garantire la giusta sanità ospedaliera ed extra-ospedaliera. Non solo, la questione è stata sottoposta anche deputati agrigentini all’Ars Michele Catanzaro, Angelo Cambiano, Roberto Di Mauro, Giusi Savarino, Carmelo Pace, Riccardo Gallo, Margherita La Rocca Ruvolo e Serafina Marchetta chiedendo di “poter effettuare indagini conoscitive sull’Asp, verificare il rispetto da parte dei pubblici uffici delle leggi, decreti e degli atti di indirizzo approvati in sede assembleare; verificare l’andamento gestionale dei servizi sanitari e dei costi delle strutture ospedaliere agrigentine e in particolare di Canicattì per le gravi carenze deficitarie, secondo i principi dell’efficienza e dell’efficacia che statuiscono sulla spesa pubblica e l’offerta sanitaria”.

Successivamente si è svolto inoltre nella sede del Palazzo di città un Consiglio comunale aperto per discutere di tale situazione, ma il sindaco Vincenzo Corbo non ha preso parte al vertice.

“Noi siamo portatori e altresì i portavoce dei cittadini – hanno concluso dal comitato Pro Ospedale – la popolazione soffre e viene costretta a pagarsi le visite a suon di quattrini per curarsi altrove. Vi è una politica sanitaria fuorilegge: è illegittimo tutto ciò e si assiste a un disagio sociale sempre più pregnante che è una conseguenza dello Stato che non funziona”.

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