Art.1 l’Italia è fondata sulla Menzogna - QdS

Art.1 l’Italia è fondata sulla Menzogna

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Art.1 l’Italia è fondata sulla Menzogna

Giovanni Pizzo  |
domenica 16 Aprile 2023

L’Italia è un paese fondato sul lavoro dei servizi deviati, di fatto quindi è fondato sulla Menzogna.

I padri costituenti forse pensavano ad un’altra nazione. Piazza della Loggia, Italicus, stazione di Bologna, caso Sifar Di Lorenzo, il Sid, la P2, Banco Ambrosiano, caso Moro, caso Mattarella, caso Tortora, omicidio La Torre, omicidio Dalla Chiesa, caso Ustica, Capaci, via d’Amelio, casi Trattative.

Questo per citare solo alcuni dei dossier inevasi di un Paese in assenza di verità. Trame, depistaggi, servizi deviati, uso a scopo di devianza di Mafia, Ndrangheta, Massonerie, Gladio, Br, Nar, Ordine Nuovo e di tanti gruppi e singoli. I casi, quasi tutti finiti in processi che sono dei buchi neri, sono centinaia, una lunga scia di verità nascoste e menzogne proposte. L’Italia è un paese fondato sul lavoro dei servizi deviati, di fatto quindi è fondato sulla Menzogna.

Il due volte Presidente della Repubblica è il simbolo/vittima di un’Italia che non ha dato ancora chiarezza su esecutori e mandanti occulti della morte di suo fratello Piersanti.

Oggi ci sono i casi latitanza dorata a casa sua di Messina Denaro, le incredibili storie di Baiardo il gelataio, che parla per conto altrui, per manine ricattatorie, e la non decifrabile censura di Giletti. Si sono succeduti processi, quello Andreotti su tutti, commissioni d’inchiesta, ma sembra che tutto si risolvi nel nulla. Dopo tanta polvere, tanti ostacoli alla verità, tante vite spezzate, in alcuni casi di vittime e in altre di imputati assolti, a qualche magistrato è venuto in mente di dimettersi dalla magistratura.

Anche per dare un esempio, un simbolo di chiarezza sull’impossibilità di ottenere la verità? Mai a mia memoria. La Giustizia come figlia di fico di un Paese doppio. Uno Stato che serve da scenografia per uno Stato differente, un Deep State che procede per altre direzioni, scopi, alleanze, guerre, che nulla hanno a che fare con i diritti e doveri dei cittadini, con la loro vita, e soprattutto con la democrazia.

Cosa porta tutto questo? Alla fine del contratto sociale tra Stato e cittadini, i quali non vanno più a votare, istintivamente delusi, ormai scettici, che non credono più a quegli attori rimasti a fare da pantomima in Parlamenti svuotati di senso della Storia e della Verità.

Il rapporto tra cittadini e Stato è ormai come quei matrimoni distrutti da tradimenti seriali, in cui ci si parla a monosillabi obbligati, schede e matite copiative, che poi all’improvviso, in un niente, finiscono. Ci stiamo spingendo troppo oltre, perché qualcuno ritiene il popolo coglione, ma anche i coglioni poi si stancano, per consunzione.

Così è se vi pare.

Giovanni Pizzo

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