Asp Catania, specializzandi per fronteggiare le carenze - QdS

Asp Catania, specializzandi per fronteggiare le carenze

redazione

Asp Catania, specializzandi per fronteggiare le carenze

Giuseppe Bonaccorsi  |
mercoledì 25 Ottobre 2023

Prime assunzioni negli ospedali dell’Azienda provinciale, ma resta il problema dei “medici in fuga dal pubblico”

CATANIA – Prime assunzioni di specializzandi negli ospedali dell’Asp. La notizia arriva dal direttore sanitario dell’azienda, Antonino Rapisarda, che spiega come “alla luce dell’ultimo provvedimento dell’assessorato regionale l’azienda ha firmato recentemente i primi contratti”, che vanno ad aggiungersi ai cinque appena sottoscritti con altrettanti medici stranieri. Il provvedimento dell’assessore è stato emesso poche settimane fa. Consente alle aziende che hanno ospedali con organico inferiore al 50% di poter attingere alle graduatorie degli specializzandi che prima, al contrario, andavano prevalentemente a lavorare nelle corsie dei grandi ospedali che adesso, avendo organici superiori all’80%, dovranno temporaneamente fare a meno di queste professionalità. Infatti Rapisarda conferma che giorni fa è entrato in servizio un urologo e a breve si attendono anche altre assunzioni in reparti più sensibili, come Pronto soccorso e Anestesiologia. Ed è quello che stanno facendo all’azienda catanese per cercare di ridurre la gravissima carenza di medici.

Il numero dei medici che lavora in Italia nel pubblico

C’è però un dato da tenere nella massima attenzione e non riguarda la carenza di medici, problematica sulla quale hanno dibattuto tutti i massimi esperti della Sanità, ma proprio il numero dei medici che oggi lavora in Italia. Si è sempre detto che negli ultimi anni la carenza di personale sanitario nel settore pubblico ha raggiunto livelli di massimo allarme. Ci si dimentica, però, che secondo una recente tabella dell’Organizzazione mondiale della Sanità, pubblicata nel 2022, recepita recentemente dalla Ue, il numero di medici che lavorano in Italia è perfettamente consono alla media europea di quattro sanitari per ogni mille abitanti. Se partiamo proprio da questo dato, allora il problema in Italia non riguarda la carenza di medici, ma la loro organizzazione e soprattutto la loro fuga dal pubblico.

Oggi i medici fuggono dagli ospedali

“Sino a una ventina di anni fa – spiega un primario del Policlinico di Catania – per uno specializzando il traguardo era arrivare a lavorare nelle corsie di un ospedale. Oggi invece i medici fuggono dagli ospedali per intraprendere la libera professione o andare nel privato. E vanno via soprattutto da quei reparti come Pronto soccorso e Anestesiologia dove i contenziosi legali sono molto frequenti”. Secondo questo dirigente il nodo che i governi sia nazionale che regionale dovrebbero affrontare è quello di porre una tutela maggiore per questi medici che, ad esempio nei pronto soccorso, devono sottostare anche alle continue aggressioni. Si tratta di un vecchio tema, che però, non si capisce perché, spesso finisce con l’essere dimenticato. A Catania poi la fuga sta diventando un fiume. “Negli ultimi mesi tre promettenti medici di Ps si sono dimessi per andare a fare i medici di famiglia o i gettonisti. Tutti e tre un giorno mi sono presentati davanti e hanno detto: “ Ho deciso di fare il corso per diventare medico di famiglia…”. “Quando io risposi loro… ‘Ma siete pazzi. E la vostra carriera?’, la loro risposta è stata spiazzante. ‘Ho i figli ancora adolescenti, voglio godermeli, desidero lavorare in un settore più tranquillo’ Oppure ‘Non ce la faccio più, troppo stress…’”.

Tra gli esempi più lampanti della cronica carenza di medici nei Pronto soccorso basta riportare il dato dei medici all’ospedale di Militello: su otto dottori previsti in organico non ce n’é neanche uno.

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