Assicurare le abitazioni contro gli eventi catastrofali, Musumeci “sposa” la causa del QdS che lo dice da anni - QdS

Assicurare le abitazioni contro gli eventi catastrofali, Musumeci “sposa” la causa del QdS che lo dice da anni

redazione

Assicurare le abitazioni contro gli eventi catastrofali, Musumeci “sposa” la causa del QdS che lo dice da anni

giovedì 03 Agosto 2023


Il ministro della Protezione civile è intervenuto in Senato: “Confronto in Ue per trovare una soluzione accessibile a quanti vivono in aree esposte e a rischio”. Ad oggi solo il 5% delle case risulta coperto

MILANO – Gli ultimi eventi estremi – dai nubifragi al Nord agli incendi al Sud – hanno fatto tornare prepotentemente d’attualità il tema delle assicurazioni contro i rischi catastrofali e della scarsa cultura della prevenzione. Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, nell’ambito del suo intervento in Senato dell’altro ieri, ha spiegato che la “questione è al centro dell’attenzione del Governo che intende promuovere un confronto anche con l’Ue per trovare una soluzione rapida e accessibile a quanti, non solo in Italia, vivono in aree esposte e a rischio”.

“Le assicurazioni – ha osservato il ministro – svolgono un ruolo importante nel campo dei rischi naturali. Secondo uno studio recente, con la fornitura tempestiva di fondi per la ricostruzione, le assicurazioni consentono alle attività economiche di tornare più rapidamente ai livelli precedenti alla calamità. Tassi di copertura elevati e pagamenti rapidi possono attenuare notevolmente i danni economici, riducendo inoltre i rischi per la stabilità finanziaria, e fanno diminuire il costo per i contribuenti degli aiuti pubblici per coprire le perdite non assicurate”.

L’Ue, ha poi sottolineato Musumeci, “ha dichiarato come la cultura assicurativa contro il clima sia assai poco diffusa. In Europa solo un quarto è assicurato e in alcuni Stati la copertura inferiore al 5%. Tutto questo rende ancora più difficile un approccio al metodo assicurativo”, ha concluso.

Il tema delle assicurazioni antisismiche è da anni al centro delle inchieste del Quotidiano di Sicilia. Nell’editoriale del 12 novembre 2022 il nostro direttore, Carlo Alberto Tregua, aveva lanciato una proposta in tal senso “Lo stato assicuri il territorio con le migliori compagnie del mondo, tra cui i Loyd’s di Londra. Siamo convinti che pagare i premi, ma sapendo che qualunque evento straordinario come i terremoti non avrà conseguenze sul piano materiale, sarebbe un grave conforto non solo per i governanti ma anche per la popolazione”.

Tregua ne scriveva già il 17 aprile 2009, nell’editoriale dal titolo Terremoti, responsabilità e ferrei controlli: “Se tutti gli immobili del territorio italiano fossero soggetti a Rc obbligatoria, si risolverebbero due questioni: la prima, con l’obbligo della certificazione di conformità alle norme di ogni unità, senza della quale l’assicurazione non potrebbe essere stilata; la seconda, che in caso di catastrofe lo Stato non affronterebbe in prima botta il risarcimento, affrontato dalle compagnie, sicuramente con procedure più snelle e rapide”.

Una strategia adottata da tempo in nazioni altrettanto esposte ai rischi naturali come Giappone, Spagna, Francia e Stati Uniti. In queste realtà al di là delle differenze legate alle singole specificità nazionali, questi sistemi hanno in comune la partecipazione congiunta del settore assicurativo privato, e a vario titolo, dello Stato, e l’impiego di meccanismi che facilitano la mutualizzazione dei rischi attraverso l’aumento della platea di assicurati. L’Italia è molto indietro.

A fotografare lo stato dell’arte è l’Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicurative) attraverso rapporti e analisi annuali. Nell’ultimo rapporto diffuso nelle scorse settimane si legge che “è possibile stimare che il numero complessivo di unità abitative assicurate per il totale mercato sia pari a circa 15,6 milioni. Rispetto al totale delle abitazioni rilevate da Istat con il censimento del 2021 e pari a 35,3 milioni, risulta quindi che il 44,2% delle stesse ha in media una copertura assicurativa contro l’incendio”.

Sulle catastrofi, invece, “il nostro Paese si distingue per una gestione dei danni relativi a calamità naturali che tradizionalmente si basa sull’intervento ex-post da parte dello Stato. Questa modalità di gestione dei danni, attuata ripetutamente nel tempo, ha accresciuto la convinzione che esista un garante di ultima istanza disposto a farsi carico della ricostruzione. Per tale ragione le coperture assicurative per gli eventi catastrofali sono scarsamente diffuse: l’85,2% delle polizze non presenta alcuna estensione assicurativa”. Dalla rilevazione effettuata, per tutte le polizze attive al 31 marzo 2023 è risultato che il 14,8% di queste prevede un’estensione per le catastrofi naturali, percentuale che torna ad aumentare dopo che nel 2022 aveva presentato, per la prima volta, una inversione di tendenza da quando è attiva la statistica. Rispetto al totale delle abitazioni, però, risulta una penetrazione assicurativa ancora molto contenuta e pari al 5,3%.

Il Quotidiano di Sicilia, nell’inchiesta “Terremoto, il danno è (spesso) assicurato ma l’immobile… no”, pubblicata il 10 gennaio 2023, in occasione dell’anniversario del tragico terremoto del Belice, ha intervistato il presidente della Società italiana di geologica ambientale, Antonello Fiore, secondo cui quella delle assicurazioni “potrebbe anche essere una soluzione ma non deve diventare un diversivo alla corretta realizzazione delle opere o alla messa in sicurezza del territorio. Inoltre bisognerà capire quali saranno i premi stabiliti dalle compagnie assicurative e come valuteranno i vari edifici. Altro aspetto importante è quello legato a quanto dovrebbe corrispondere lo stato e quanto i soggetti privati a seconda delle varie tipologie di infrastrutture. Non credo sia il caso di rendere questo passaggio obbligatorio, soprattutto se pensiamo alle resistenze che ha incontrato il fascicolo del fabbricato di cui si parla da anni, verrebbe percepito come una nuova tassa”.

“Potrebbe essere, invece, un’opzione facoltativa che dà diritto ad alcune premialità. Sarebbe, è evidente, un vantaggio anche per le compagnie assicurative perché è ovvio che certi eventi non si verificano contemporaneamente su tutto il territorio nazionale. Realtà simili esistono in altri paesi (Francia, Giappone, Stati Uniti), bisogna valutarne la fattibilità in Italia; al momento è poco utilizzato perché lo Stato ha sempre coperto i costi della ricostruzione e anche perché siamo un popolo di fatalisti. È importante, lo ribadisco, che non sia un diversivo ad altri interventi indispensabili di prevenzione, anzi incentivi la prevenzione e la consapevolezza dei pericoli territoriali di dove abbiamo costruito o acquistato la nostra casa”.

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