D’Angelo, "Attività Gdf contro chi ha cattive intenzioni" - QdS

D’Angelo, “Attività Gdf contro chi ha cattive intenzioni”

Maria Francesca Fisichella

D’Angelo, “Attività Gdf contro chi ha cattive intenzioni”

sabato 16 Novembre 2019

Incontro con Raffaele d’Angelo comandante provinciale della Guardia di Finanza di Catania. La criminalità non si ferma e ciò richiede un costante aggiornamento

Quali sono i versanti che vi impegnano maggiormente? La Guardia di Finanza segue diversi filoni. Cosa può dirci in merito?
“La Guardia di Finanza ha una duplice anima: da un lato Polizia amministrativa, dall’altra giudiziaria. Per abbracciare questa duplice veste la formazione all’arruolamento e l’aggiornamento professionale in post-formazione sono elementi fondamentali. E il Corpo ha accolto ben volentieri la sfida. La criminalità si evolve e noi dobbiamo stare al passo con i tempi. In più, si consideri che nel Corpo esistono articolazioni specializzate a livello locale, come il Nucleo Polizia Economico Finanziaria di Catania – al cui interno operano il Gruppo Tutela Finanza Pubblica, il Gruppo Tutela Economia ed il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata – e componenti nazionali, il Comando Reparti Speciali, dal quale dipendono unità con competenze settoriali nei vari contesti da tutelare, come ad esempio il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, il Nucleo Polizia Valutaria, Nucleo Speciale Tututela Privacy e Frodi Tecnologiche, che si occupa dei crimini informatici, il Nucleo Speciale Spesa Pubblica Repressione Frodi Comunitarie, competente in materia di spesa pubblica nazionale e comunitaria. Tali Nuclei supportano i Reparti ordinari nelle attività di maggiore complessità. Per ‘mission’ istituzionale tuteliamo dei comparti che richiedono una maggiore specializzazione e, dunque, l’aggiornamento professionale permanente è fondamentale, lo consideriamo elemento inderogabile per il nostro lavoro quotidiano. La post-formazione viene garantita a tutti i livelli e per tutte le categorie, dall’Ufficiale al Finanziere. Ancora un esempio, alla Scuola di Polizia Economico Finanziaria si qualificano gli Esperti d’Area operativa, ossia degli Ispettori da impiegare nelle articolazioni e componenti specialistiche appena citate”.

È nelle vostre procedure, nel vostro indirizzo generale, avviare studi preventivi per i soggetti che poi saranno oggetto di controlli e indagini da parte vostra?
“Per natura e cultura prestiamo sempre molta attenzione al ‘portafoglio’. Ogni azione ha un costo per lo Stato, per la collettività, per il Corpo. Quindi si, facciamo delle analisi preventive in modo che al 90 per cento i controlli confermino ciò che abbiamo già individuato nell’esame preventivo. Il controllo deve essere remunerativo per la collettività e per lo Stato, nel senso che l’attività di controllo ha un costo, quindi la verifica deve portare alla verbalizzazione di rilievi che garantiscano effettive entrate per l’Erario, altrimenti invece di fare un bene otteniamo l’esatto contrario. La nostra è anche un’attività di prevenzione. Facciamo un esempio: l’attività di controllo in materia di scontrini e ricevute fiscali è un’attività di prevenzione. La presenza della Guardia di Finanza sul territorio deve fungere da deterrente, insieme ai controlli eseguiti dagli altri Enti, per chi non vuole rispettare le regole”.

Ma alla fine dell’anno la GdF contabilizza il valore degli accertamenti o il valore degli incassi?
“La Guardia di Finanza effettua la constatazione delle violazioni di natura tributaria, i nostri verbali sono trasmessi all’Agenzia delle Entrate che esegue l’azione di accertamento”.

Qual è il reparto più rappresentativo per il vostro Corpo?
“Il reparto a maggiore vocazione operativa è il Nucleo Polizia Economico Finanziaria, il cui comandante è il referente dell’Autorità giudiziaria. Sarebbe quella che un tempo si chiamava Nucleo Polizia Tributaria. A Catania, tale reparto ha una competenza distrettuale, ossia collegata con la distrettualità della Procura. Quando ci sono indagini di maggiore complessità interviene tale reparto. Nell’ambito del citato Nucleo esistono articolazioni specializzate in materia di contrasto alla criminalità organizzata, al traffico di sostanze stupefacenti, ai reati fallimentari, al riciclaggio ed alla tutela della spesa pubblica. Per fare un esempio concreto, la vicenda dell’Anas è stata sviscerata da quel nucleo”.

A livello provinciale, è il comandante a gestire queste risorse umane? Sono sufficienti?
“Il Comandante provinciale coordina i Reparti territoriali dislocati sul territorio e la componente specialistica cui abbiamo fatto cenno prima. Oltre al Nucleo Polizia Economico Finanziaria di Catania, nel Capoluogo abbiamo due Comandi Gruppo e tre Compagnie. Nella provincia sono dislocate tre Compagnie (a Caltagirone, Paternò e Riposto) e una Tenenza ad Acireale. Infine abbiamo una Stazione Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (Sagf) a Nicolosi composta da Finanziari specializzati che si formano e si addestrano presso la Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo, centro di specializzazione alpestre di assoluta eccellenza, riconosciuto in tutto il mondo, dove gli appartenenti al Corpo che mostrano particolare vocazione ed attitudine alla vita in ambiente montano, si specializzano nelle ‘Tecniche di soccorso alpino’. Il Comandante Provinciale dipende, poi, dal Comando Regionale Sicilia dislocato a Palermo. Detto ciò, è fondamentale che ogni amministrazione guardi al proprio comparto. Vi è, come nel nostro caso, una grande sinergia tra GdF, Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane e tra tutti gli organismi deputati al governo del territorio. Gli uomini possono dirsi, dunque, sufficienti perché si sommano le forze e si evitano le sovrapposizioni. Ma nel dettaglio, in tutta la provincia di Catania operano oltre settecento finanzieri e dodici Reparti”.

Ha citato la vicenda Anas. Quanto è radicata la corruzione nella Pa catanese? Come sconfiggerla?
“Il mio breve periodo trascorso a Catania non mi consente di poter dare delle indicazioni concrete alla sua domanda, tuttavia posso affermare che la pagina dell’inchiesta Anas costituisce sicuramente una pessima rappresentazione di come l’ingordigia di alcuni possa arrecare un grave nocumento a molti”.

Da luglio è il capo della Guardia di Finanza etnea. Che situazione ha trovato?
“Dal generale Antonio Quintavalle, che ringrazio, ho ereditato un Comando efficiente e proiettato verso importanti obiettivi. Altrettanto positivo è lo stato di salute di tutti Reparti dipendenti, comandati da validissimi ufficiali. Mi preme poi sottolineare, la sinergia con le altre Forze dell’Ordine, le Amministrazioni pubbliche e gli Enti civili e religiosi preposti alla gestione della ‘Cosa comune’ che, sotto la guida autorevole del prefetto Claudio Sammartino, riescono a esprimere un lusinghiero ed efficace sistema di governo. Tale contesto, mi consente di poter proiettare le risorse del Corpo verso la tutela dei prioritari obiettivi istituzionali per i quali la Guardia di Finanza è preposta: contrasto all’evasione ed elusione fiscale; verifica sul corretto utilizzo dei fondi pubblici nazionali e dell’Unione europea; contrasto dei traffici illeciti di droga, armi, merce contraffatta, immigrazione clandestina e in ultimo, ma al primo posto per importanza, per la peculiare realtà territoriale catanese, l’attività di contrasto alla criminalità economico-finanziaria. In questo scenario è fondamentale la partecipazione attiva della cittadinanza e dell’imprenditoria onesta, che deve guardare alla GdF come un’istituzione preposta alla salvaguardia dell’economia sana e dei cittadini onesti”.

Quali sono i reati che caratterizzano maggiormente il territorio?
“L’illegalità nel territorio non è solo la mafia, pur se questa costituisce una minaccia immanente. Molto diffuso sono il sommerso d’azienda e il lavoro nero, fenomeni che alimentano l’evasione fiscale. E ancora, il gioco illegale e le scommesse clandestine, l’importazione e la vendita di prodotti contraffatti e, non ultimo, le frodi ai finanziamenti pubblici. Ai settori irregolari che ho appena citato si affiancano poi quelli storicamente dominati dalla criminalità organizzata, quali contrabbando, traffico di stupefacenti, illegale aggiudicazione degli appalti pubblici, usura, estorsione e così via. Ma su questo fronte la Guardia di Finanza catanese ha una marcia in più, grazie alla grande sinergia con il procuratore Carmelo Zuccaro e la Procura da lui guidata”.

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