Augusta, “No” alla demolizione della prigione del Castello Svevo - QdS

Augusta, “No” alla demolizione della prigione del Castello Svevo

Luigi Solarino

Augusta, “No” alla demolizione della prigione del Castello Svevo

sabato 11 Luglio 2020

La Soprintendenza ha in programma il consolidamento e restauro del monumento simbolo di Augusta. Abbattere le mura del penitenziario strapperebbe una pagina di storia alla città

AUGUSTA – Italia Nostra sezione di Augusta si appella al ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, affinché non venga demolita la struttura penitenziaria del Castello Svevo. L’Associazione, presieduta da Jessica Di Venuta, ricorda come, già in passato, il ministro Franceschini aveva sollecitato l’allora presidente della regione, Rosario Crocetta, affinchè si evitasse la perdita del prezioso bene culturale.

Ricordiamo che la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Siracusa ha in progetto degli interventi per “Il consolidamento, il restauro e la fruizione” del monumento simbolo di Augusta, per il cui primo stralcio sono stati stanziati 5 milioni di euro. Detto progetto prevede la demolizione della superfetazione carceraria edificata nel 1890.

“Il Castello Svevo perderebbe la sua secolare struttura penitenziaria – afferma Jessica Di Venuta – una pagina strappata alla storia della città e ancor più alla storia d’Italia”. “Abbattere le mura del penitenziario – prosegue la presidente di Italia Nostra Augusta – è una scelta impropria, in virtù di una corrente di pensiero, (ormai superata) che ha indotto alla rimozione di gioielli del Barocco, un tempo ritenuto uno stile scandaloso, soprattutto per determinati luoghi ecclesiastici. Al giorno d’oggi, invece, da buona parte degli architetti e in particolar modo dagli architetti restauratori, queste scelte sono ritenute non solo errate, ma quasi sacrileghe, dal momento in cui il bene culturale viene spogliato di parte della sua storia. Se parliamo del Partenone, così come del Tempio di Apollo di Siracusa (ove è stata abbattuta una caserma che lo nascondeva) gli interventi possono divenire discutibili dal momento in cui le superfetazioni costruite in tempi moderni “celavano, coprivano, nascondevano” l’edificio originario, privandone la veduta. Ma nel caso del Castello Svevo, queste ipotesi non reggono, dal momento in cui buona parte delle costruzioni realizzate per il Penitenziario non nascondono minimamente il livello federiciano, consistente nel solo piano terreno. Al contrario, nel caso del Castello Svevo, gli edifici del Penitenziario arricchiscono l’interesse del sito, dal momento in cui il modello del carcere preso in esame fu un carcere francese (prigione di Gand, edificata da M. Verlaine) ed è uno dei pochi casi superstiti e che attualmente potrebbe rappresentare un ulteriore attrattiva per quel luogo”.

Per questi motivi Italia nostra sezione di Augusta “Invoca un suo autorevole intervento affinché non si abbia la perdita del valore culturale del bene architettonico, e che il suo mantenimento sia affidato alla Direzione generale delle antichità e belle arti, quale patrimonio di interesse culturale per la Nazione”. Nei giorni precedenti avevano manifestato contrarietà alla demolizione delle superfetazioni carcerarie di fine ‘800 del Castello Svevo anche l’Archeoclub di Augusta e la Società Augustana di Storia Patria. La Sovrintendente ai Beni Culturali di Siracusa, Irene Donatella Aprile, ha fatto sapere che vi è l’intenzione di organizzare un incontro pubblico ad Augusta per presentare il progetto attraverso la descrizione da parte dei progettisti al fine di chiarire le scelte progettuali adottate.

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