Augusta, una pioggia di critiche sul Pudm - QdS

Augusta, una pioggia di critiche sul Pudm

Luigi Solarino

Augusta, una pioggia di critiche sul Pudm

martedì 11 Aprile 2023

Il Consiglio comunale ha approvato il Piano di utilizzo del demanio marittimo con i soli voti della maggioranza. Un documento che non ha convinto opposizioni e ambientalisti che chiedono la revoca

AUGUSTA (SR) – Il Consiglio comunale di Augusta, con i soli voti della maggioranza, lo scorso 30 marzo ha approvato il Pudm (Piano di utilizzo del demanio marittimo). Si tratta del documento di pianificazione che individua le modalità di utilizzo del litorale marino della città e ne disciplina gli usi sia per finalità pubbliche, sia per l’esercizio di attività private regolamentate attraverso il rilascio di concessioni marittime.

Il Piano è stato adottato in via preliminare, poiché deve essere trasmesso alla Regione per la Vas (Valutazione ambientale strategica) e poi tornare in aula per l’approvazione definitiva. La fascia territoriale demaniale oggetto del Pudm del Comune megarese è stata suddivisa in quattro aree. Le principali attività che sono disciplinate nel Pudm sono: stabilimenti balneari, aree attrezzate per la balneazione e le attività sportive, punti di ristoro, aree ormeggio natanti, attività commerciali e di ristorazione.

Il responsabile del settore urbanistica del Comune, Massimo Sulano, ha dichiarato che: “La superficie di suolo demaniale marittimo autorizzata in concessione è un totale di 45.563 metri quadrati, circa il 50% della superficie complessiva del demanio marittimo anche tenendo conto delle aree demaniali inaccessibili e la superficie di demanio marittimo lasciata alla libera fruizione è di gran lunga maggiore rispetto a quella autorizzata in concessione”.

Oltre che dai consiglieri di opposizione il Piano è contestato anche dalle associazioni ambientaliste che fanno parte di “Salvare Augusta” (Legambiente Augusta, Natura Sicula Onlus, Punta Izzo Possibile, Piano Terra Aps, Decontaminazione Sicilia, Comitato Stop Veleni).

“L’adozione preliminare del Pudm è avvenuta al termine di un iter amministrativo in cui è mancato non solo il necessario esame da parte delle commissioni consiliari ma, soprattutto, il confronto con i cittadini e le associazioni – affermano gli ambientalisti – . Il risultato è un Piano che, in aperto contrasto con la normativa di settore, rischia di aggravare il processo di privatizzazione delle coste megaresi che è già in atto, riducendo ulteriormente gli spazi dedicati alla libera fruizione e minacciando la conservazione di beni costieri di straordinaria valenza ambientale, paesaggistica e storico-culturale”.

“Il Pudm adottato dal Consiglio – prosegue ‘Salvare Augusta’ – si limita infatti a sancire in maniera del tutto generica, e dunque aleatoria, che ‘una quota non inferiore al 50% dell’intero litorale di pertinenza demaniale è destinata alla libera fruizione’, senza però stabilire alcuna zonizzazione di dettaglio che precisi e delimiti le parti vincolate a tale destinazione d’uso per ciascuna area omogenea e zona territoriale. Inoltre, nel generico calcolo della percentuale da lasciare fruibile ai cittadini, il Piano sembra conteggiare anche le parti dichiarate inaccessibili perché soggette a dissesto idrogeologico”.

“Per quanto riguarda invece la destinazione d’uso impressa ad altre zone costiere, vanno segnalati numerosi profili d’incompatibilità delle previsioni del Pudm rispetto al regime vincolistico stabilito dal piano paesaggistico e dalle altre fonti normative regionali e comunitarie a protezione dell’ambiente – aggiungono – . Basti pensare al tratto che va dal Canale al Golfo di Brucoli”.

“Per queste ragioni – concludono – le associazioni e i comitati riuniti nel coordinamento Salvare Augusta chiedono al Consiglio comunale di revocare in autotutela la delibera di adozione preliminare del Pudm, tenuto conto dei suoi gravi profili di illegittimità rispetto alla normativa di settore e al fine di scongiurare il pregiudizio arrecabile al prevalente interesse pubblico alla tutela ambientale e alla fruibilità pubblica e per scopi sociali del litorale megarese”.

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