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Bancarotta fraudolenta, Palermo, arrestati imprenditori Mazzara

redazione web

Bancarotta fraudolenta, Palermo, arrestati imprenditori Mazzara

lunedì 18 Gennaio 2021

La famiglia si occupa di abbigliamento. Secondo la Procura, che ha coordinato le indagini della Finanza, avrebbero concepito fallimenti pilotati accumulando debiti per quattro milioni e mezzo di euro con i fornitori e con il fisco

Tre appartenenti alla famiglia Mazzara, noti imprenditori palermitani nel settore dell’abbigliamento, sono stati arrestati dalla Guardia di finanza con l’accusa, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta autoriciclaggio e reimpiego di capitali illeciti.

Per loro è scattata anche la misura interdittiva del divieto per 12 mesi di esercizio di attività d’impresa.

Il provvedimento agli arresti domiciliari è stato emesso dal gip del Tribunale di Palermo nei confronti di Vito Mazzara, 65 anni, Vincenzo Mazzara, 58 anni, e Marco Mazzara, 26 anni.

Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica palermitana hanno portato anche al sequestro preventivo delle quote societarie di due società e di un negozio di abbigliamento ancora attivo a Palermo.
Secondo le indagini condotte dagli investigatori del gruppo tutela mercato capitali del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo gli imprenditori avrebbero creato un “sistema di società”, attorno a sette punti vendita a Palermo aperti nei quartieri Resuttana, San Lorenzo e Politeama, con un’unica regia che garantiva la continuazione aziendale, lo stesso oggetto sociale, soci e coincidenza di sedi operative ed asset aziendali.

Gli indagati, secondo quanto accertato dai finanzieri, avrebbero svuotato ciclicamente le società mediante cessione e affitti di rami d’azienda.

Queste entravano in crisi per insolvenza e fallivano, ma l’attività di vendita al dettaglio di abbigliamento continuava con una nuova compagine costituita.

I militari, guidati da Gianluca Angelini, comandante del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, hanno accertato che le tre società fallite dal 2015 al 2018 che hanno accumulato un passivo fallimentare per circa quattro milioni e mezzo di euro a danno dei fornitori e dell’Erario con il quale è stato accumulato un debito di due milioni.

Il sistema sarebbe stato replicato con due ulteriori società di recente costituzione, che hanno già accumulato altri cospicui debiti pari a oltre 400 mila euro, oggetto dell’attuale provvedimento di sequestro insieme all’unico punto vendita ancora attivo nel centro di Palermo.

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