Cosa succede alle Banche Popolari con la tassa sugli extraprofitti

Cosa succede alle Banche Popolari con la tassa sugli extraprofitti

Filippo Calascibetta

Cosa succede alle Banche Popolari con la tassa sugli extraprofitti

Redazione  |
martedì 12 Settembre 2023

"L’applicazione della cosiddetta imposta sugli extraprofitti bancari" prevista dal Dl Asset "ha effetti molto pesanti per le banche di piccola dimensione a cui appartengono le Banche popolari"

“L’applicazione della cosiddetta imposta sugli extraprofitti bancari” prevista dal Dl Asset “ha effetti molto pesanti per le banche di piccola dimensione a cui appartengono le Banche popolari e del territorio per i seguenti motivi: in presenza della maggiore incidenza degli interessi sul totale ricavi, colpisce le banche piccole in misura proporzionalmente maggiore; abbiamo stimato che l’imposta incide sugli utili previsti per il 2023 in ragione del 24% invece del 10,2% medio; abbiamo calcolato che l’imposta incide per 30 punti base sugli indici di capitale, rendendo più difficile incrementare il patrimonio delle Banche popolari, in assenza di forme alternative di capitalizzazione; limita in prospettiva la capacità di queste banche di assicurare flussi adeguati di credito a famiglie e pmi e ritorni al territorio sotto forma di erogazione liberali e di dividendi”. Ad affermarlo è il presidente di Assopopolari, Vito Antonio Primiceri nel corso della sua audizione in Senato sul dl Asset.

Per tutti questi motivi, sottolinea, “si ritiene di fondamentale importanza per la salvaguardia dell’economia reale e il mantenimento della biodiversità del sistema bancario, apportare al provvedimento in esame un correttivo che esenti dal tributo le banche del territorio ovvero – in subordine – che si attenuino sensibilmente gli effetti”.

Le Banche Popolari e gli extraprofitti

Le Banche Popolari e del territorio, sottolinea Vito Antonio Primiceri, “operano in assoluta prevalenza con famiglie e pmi, tanto che i 2/3 dei loro sportelli sono ubicati in centri minori, specialmente al sud; in favore di famiglie e pmi hanno erogato nell’ultimo anno 45 Md di nuovi crediti e il totale dei crediti in essere ascende a oltre 200 Md, (pari al 70% del totale crediti erogati); operano con 3.000 sportelli, pari al 15% del totale e la loro quota di mercato è del 10% del totale; lo spread medio (differenza fra interessi attivi e passivi) è di 15 punti base inferiore alla media di sistema. La loro operatività quindi è di tipo tradizionale, a supporto dei territori serviti, e questo determina che il rapporto fra ricavi da interessi e totale ricavi è ben superiore a quello delle grandi banche che possono contare su fonti diversificati di ricavo”, aggiunge.

Immagine d’archivio

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