Banche, Uilca: “In Italia un'ecatombe di posti di lavoro” - QdS

Banche, Uilca: “In Italia un’ecatombe di posti di lavoro”

redazione

Banche, Uilca: “In Italia un’ecatombe di posti di lavoro”

venerdì 03 Gennaio 2020

Deutsche Bank, Unicredit e Pop Bari: l’anno inizia sotto i peggiori auspici. In ballo ci sono oltre venticinquemila occupati. "Aprire un tavolo sulle ristrutturazioni bancarie"

ROMA – L’anno 2020 inizia sotto i peggiori aspetti per quanto riguarda l’occupazione nelle banche italiane: in ballo infatti ci sono oltre 25mila occupati.
È il segretario generale Uilca Massimo Masi a fare un bilancio delle crisi del settore bancario che si profilano a inizio anno, da Deutsche Bank a Unicredit fino a Pop Bari.

“È di alcuni giorni fa la notizia di 217 esuberi in Italia nell’ambito di un piano globale di 18mila esuberi in Deutsche Bank in Italia e nel mese di gennaio/febbraio verrà presentata ai sindacati la procedura per 6.500 esuberi in UniCredit e nei giorni scorsi articoli di stampa prevedono oltre 900 esuberi nel piano di risanamento della Banca Popolare di Bari”, elenca.

“Una vera e propria ecatombe di posti di lavoro che si andranno a perdere. Perché se è vero che ad esempio in Bper ma anche in Carige agli esodi si farà fonte con una nuova occupazione, verranno rimpiazzati parzialmente gli esuberi, questa situazione appare quasi impossibile per Deutsche, unicredit e Pop Bari”.

Ecco perché, torna a chiedere la Uilca alle Istituzioni, al Governo e alle forze politiche, serve “aprire un tavolo sulle ristrutturazioni bancarie e sulle crisi aziendali perché di questo passo anche gli strumenti in nostro possesso, fondo di solidarietà, potrebbero andare in difficoltà”. Per il sindacato , infatti, gli esuberi dovranno essere volontari e devono transitare per il nostro fondo.

“Proprio per questa motivazione siamo preoccupati delle voci che escono dalla Banca Popolare dove, dopo una generica assicurazione al sindacato interno, tutto tace e, a differenza di quello successo in Carige, non sono stati attivati i canali con le segreterie nazionali”, dice ancora Masi preoccupato delle voci circa i 900 esuberi.
“Non dimentichiamo che 900 sono quasi un terzo del totale del gruppo. Chiediamo ai Commissari se entro questi numeri ci sia la cessione di Orvieto. Visto che di questa cessione non si parla più”.

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