Biologico, deroghe per agricoltori colpiti da incendi - QdS

Biologico, deroghe per agricoltori colpiti da incendi

Michele Giuliano

Biologico, deroghe per agricoltori colpiti da incendi

giovedì 06 Gennaio 2022

Concessa la possibilità di acquistare bestiame e foraggio anche non di provenienza biologica. Verrà accordata solo alle imprese che ricadono nei 257 comuni in cui è stata dichiarata la calamità

PALERMO – Condizioni meteo anomale e incendi che hanno devastato il territorio isolano, in ben 257 comuni. E adesso, non è possibile, per molte imprese agricole, riuscire a seguire in toto le buone pratiche per l’agricoltura biologica. Una deroga è quindi necessaria, per queste aziende che hanno comunque bisogno di continuare a lavorare, dopo essere state investite da incendi nei mesi di giugno, luglio e agosto scorsi, e le conseguenze sempre più palesi del cambiamento climatico. L’assessorato regionale all’agricoltura ha quindi disposto l’autorizzazione, per gli operatori biologici titolari di aziende agricole ricadenti in uno dei comuni per i quali è stata dichiarato lo stato di calamità, all’acquisizione di capi di bestiame e foraggi/mangimi non biologici.

Gli operatori biologici interessati al rilascio della deroga dovranno presentare una apposita richiesta tramite pec all’Organismo di controllo Biologico a cui sono assoggettati. Tale richiesta dovrà essere presentata entro e non oltre il 5 febbraio del 2022 e dovrà essere corredata da documentazione comprovante la sussistenza dell’evento calamitoso ed il nesso di causalità dei danni con gli incendi.

L’uso di mangimi non biologici da parte dei singoli operatori è possibile per un periodo di tempo non superiore ad un anno e nella misura corrispondente alla perdita di produzione foraggera. Purtroppo, infatti, nel contesto di crisi e di emergenza causata dagli incendi, risulta particolarmente difficoltoso il reperimento di capi di bestiame e di foraggio di provenienza biologica. Ogni pratica ovviamente farà storia a sé: l’Organismo di controllo Biologico, acquisita la richiesta di deroga, dovrà valutare la sussistenza delle condizioni per il rilascio della deroga limitatamente al numero di capi di bestiame e quantità foraggere che si sono perdute, sulla base della documentazione prodotta che dovrà comprovare la sussistenza dell’evento calamitoso e del nesso di causalità tra i danni e gli incendi.

Il decreto fa riferimento a quanto previsto dal Regolamento n. 889/2008 della Commissione Europea del 5 settembre 2008, che, all’articolo 47 “Circostanze calamitose” consente alle autorità competenti, nel caso in cui avvengano eventi calamitosi, di poter autorizzare il rinnovo o la ricostituzione del patrimonio zootecnico con animali provenienti da allevamenti non biologici, la ricostituzione degli apiari con api non biologiche.

Ancora, in caso di perdita della produzione foraggera, è possibile l’uso di mangimi non biologici per un periodo di tempo limitato e in una determinata zona, così come, in caso di condizioni meteorologiche eccezionali e persistenti o di circostanze calamitose che impediscono la produzione di nettare o di melata, si può procedere all’alimentazione delle api con miele, zucchero o sciroppo di zucchero biologici. E purtroppo il territorio siciliano rientra perfettamente nella casistica, considerata la ormai sempre meno eccezionale situazione meteo climatica con incendi boschivi di grave entità che ha interessato l’Isola nella scorsa stagione estiva: l’estensione della superficie coinvolta e l’intensità, oltre al numero degli episodi che hanno colpito in maniera rilevante il patrimonio vegetale e zootecnico di numerose aziende agricole biologiche ricadenti in parecchi comuni siciliani, ha procurato significativi danni che hanno investito anche le strutture aziendali e le scorte di mangimi per gli allevamenti zootecnici. Da qui la delibera del Consiglio dei Ministri del 26 agosto 2021, che ha dichiarato lo stato di emergenza per la regione siciliana per sei mesi a partire dalla fine di luglio. La delibera è stata poi seguita e confermata da analoga delibera della giunta regionale, che ha individuato i 257 comuni coinvolti.

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