BonuSicilia, in arrivo i micro-contributi per le micro-imprese - QdS

BonuSicilia, in arrivo i micro-contributi per le micro-imprese

Pietro Vultaggio

BonuSicilia, in arrivo i micro-contributi per le micro-imprese

giovedì 29 Ottobre 2020

L’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, fa chiarezza sul caos click-day e sui fondi per il ristoro da Covid. Cinquantacinquemila imprese aderenti. “Speriamo di aggiungere altre risorse per le aziende rimaste escluse”

PALERMO – Dopo il fallimento del ‘click day’, per ragioni non imputabili al governo regionale, il ristoro per le aziende previsto nel Piano Covid continua.

Infatti, la Regione ha salvato le domande già presentate e riapre i termini per nuove adesioni: verranno “spezzettati” i 125 milioni di euro immaginati inizialmente per il rilancio economico post-Covid in base a progetti ben definiti.

Via libera, quindi, a contributi a fondo perduto che inevitabilmente rappresenteranno soltanto un piccolo ristoro, ben lontano da quel rilancio immaginato dall’Ars, nel corso della Finanziaria che aveva stabilito gli aiuti alle imprese: insomma, un micro-contributo per le microimprese.

La proposta del governo, apprezzata formalmente in commissione Bilancio a Palazzo dei Normanni, prevede una procedura automatica a sportello. Le istanze per il contributo saranno quindi analizzate in ordine cronologico di presentazione e fino all’esaurimento del plafond.

In esclusiva per il QdS, abbiamo sentito Mimmo Turano, assessore alle Attività produttive della Regione Sicilia, al quale abbiamo subito chiesto alcune statistiche dei bandi usciti: “Per il contributo a fondo perduto ‘Bonus Sicilia’ hanno aderito oltre 55mila imprese”. Molte adesioni, ma tante altre aziende sono rimaste ‘escluse’ dal Bonus, per questo motivo abbiamo chiesto all’assessore Turano se per tutte quelle attività, con codice Ateco non rientrante nell’elenco, ci sia una possibilità futura di partecipare ad un bando studiato ad hoc anche per loro. “E’ auspicabile – ci dice l’assessore – ma servono le risorse per questo, mi auguro che in sede di valutazione politica da parte dell’Assemblea, si possano aggiungere ulteriori fondi per aiutare le imprese”.

Nulla è escluso, quindi, ma perché si sono scelte alcune attività rispetto ad altre? Qual è stato il metro di giudizio?
“Non c’è stata nessuna scelta discrezionale, ci siamo affidati a quanto previsto dai Dpcm e dalle ordinanze del Presidente della Regione che hanno disposto quali codici Ateco dovessero sospendere le attività durante il lockdown”.

Per quanto riguarda la piattaforma online, ci sono stati notevoli ed evidenti problemi tecnici: il sito per accedere a un massimo di 35 mila euro per ogni microimpresa idonea a partecipare al bando è rimasto offline da mezzanotte del giorno prefissato per iniziare la fase di ‘invio moduli’ da parte delle aziende, come previsto dalla Regione, ma il browser internet ha continuato a comunicare che fosse “impossibile raggiungere il sito”. Nemmeno per entrare nella prima pagina introduttiva. Così almeno per venti minuti, con un messaggio automatico che ha presagito una possibilità di indennizzo sempre più lontana.

Il sito “siciliapei” è bloccato per problemi tecnici e continua a non funzionare, cosa è successo?
“La sospensione della procedura automatica, prevista per l’attribuzione del contributo a fondo perduto, è avvenuta a scopo cautelativo su richiesta di Tim (società preposta per programmare la piattaforma) dopo che l’Amministrazione regionale, per ben due volte, si era attivata per segnalare casi di data breach in seno alla piattaforma regionale SiciliaPei. Rammaricato del disguido tecnico comunicato dalla Tim, scusandomi con le imprese interessate, la Regione è cliente e non erogatrice di servizi”.

Accessibile, ammissibile, inviabile, il punto cardine è che l’aiuto economico arrivi per tutte quelle aziende che hanno subito le conseguenze del lockdown e che, adesso, si trovano ad affrontare la seconda ondata della pandemia.

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