Bufera sulle Procure: Csm, altri due consiglieri autosospesi.Plenum,"processo di degenerazione" - QdS

Bufera sulle Procure: Csm, altri due consiglieri autosospesi.Plenum,”processo di degenerazione”

redazione

Bufera sulle Procure: Csm, altri due consiglieri autosospesi.Plenum,”processo di degenerazione”

martedì 04 Giugno 2019

Il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura David Ermini, "riscattare con i fatti il discredito che si è abbattuto su di noi. Basta a giochi di potere, il Csm sia la nostra sola casacca". E dal Consiglio tutto arriva un monito: "Inferta una ferita profonda e dolorosa alla magistratura e al suo governo autonomo. Ora basta ombre, serve un'autoriforma"

Altri due consiglieri del onsiglio Superiore della Magistratura si sono autosospesi: si tratta del presidente della Commissione Direttivi Gianlugi Morlini (Unicost) e del consigliere Paolo Criscuoli.

Si tratterebbe di un ulteriore sviluppo della bufera che ha investito il Csm sull’onda dell’inchiesta di Perugia.

“Gli eventi di questi giorni hanno inferto una ferita profonda alla magistratura e al Csm. Profonda e dolorosa”: ha detto il vice presidente del Csm David Ermini (nella foto), aprendo il plenum straordinario del Csm.

“Siamo di fronte – ha detto ancora Ermini – a un passaggio delicato: o sapremo riscattare con i fatti il discredito che si è abbattuto su di noi o saremo perduti. Il Csm è e deve essere la nostra sola casacca. Altre non ne abbiamo”, ha affermato in un altro dei passaggi del suo intervento.

“Questa consapevolezza implica innanzitutto che l’attività di ogni componente venga svolto tenendo conto dell’autorevole consiglio e dell’esempio animatore che provengono dal capo dello Stato, il quale non ha mai fatto mancare la sua guida illuminata attraverso la continua interlocuzione con il vicepresidente”.

“L’associazionismo giudiziario – secondo Ermini – è stato un potente fattore di cambiamento e di democratizzazione della magistratura”. E ancora oggi svolge un “ruolo prezioso”. “Ma consentitemi di dire che nulla di tutto ciò vedo nelle degenerazioni correntizie, nei giochi di potere e nei traffici venali di cui purtroppo evidente traccia è nelle cronache di questi giorni. E dico che nulla di tutto ciò dovrà in futuro macchiare l’operato del Csm”.

E in un documento approvato all’unanimità dal plenum del Csm e proposto da tutti i togati e i laici (esclusi i consiglieri autosospesi), letto in plenum dalla togata di Area Alessanda Dal Moro, è scritto: “E’ una vicenda che ci chiama in causa tutti e che impone a tutti un serio, profondo, radicale percorso di revisione critica e autocritica, di riforma e autoriforma dell’autogoverno, dei metodi di selezione delle rappresentanze, dell’etica della funzione”.

“La delicatezza della situazione – si legge ancora nel documento – impone di eliminare ogni ombra sull’istituzione di cui siamo componenti, che deve essere e apparire assolutamente indipendente”.

“Non possiamo – prosegue il testo – accettare comportamenti, non importa se penalmente irrilevanti, che gettino discredito sull’Istituzione in cui si incarna la magistratura italiana”; riponiamo “rispetto e fiducia nell’operato dell’autorità giudiziaria che sta procedendo” e “auspichiamo che gli accertamenti in corso si concludano con la massima celerità”.

Ma “sin da ora vogliamo sottolineare che quanto è emerso è indicativo di comportamenti da cui intendiamo con nettezza prendere le distanze”, sottolinea il documento.

“Non ci riconosciamo in condotte che cercano consensi”, evidenziano ancora i consiglieri, che si definiscono “sgomenti e amareggiati” per fatti che “gettano discredito sulla magistratura”; e ritengono quanto accaduto “il tragico epilogo di un processo di degenerazione della rappresentanza della magistratura”.

“Tutti vogliamo, oggi più che mai, dopo gli eventi di questi giorni che hanno inferto una ferita profonda e dolorosa alla magistratura e al suo governo autonomo, riaffermare l’autorevolezza del Csm”, sottolinea infine il testo, in cui si esprime apprezzamento per la scelta del consigliere Luigi Spina di dimettersi e per quella degli altri quattro colleghi di autosospendersi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017