Oggi il grande ritorno del Festival Le Vie dei Tesori a Caltanissetta - QdS

Oggi il grande ritorno del Festival Le Vie dei Tesori a Caltanissetta

Annalisa Giunta

Oggi il grande ritorno del Festival Le Vie dei Tesori a Caltanissetta

sabato 16 Settembre 2023

I luoghi di bellezza del capoluogo e di San Cataldo al centro della manifestazione, che anche nel 2023 torna per aprire a cittadini e visitatori le porte di chiese, palazzi, ville e monumenti

CALTANISSETTA – Torna anche quest’anno l’appuntamento con Le Vie dei Tesori, giunto alla sua settima edizione. Tre weekend da oggi fino al primo ottobre alla scoperta delle bellezze monumentali e paesaggistiche del territorio.

Tra le novità di quest’anno c’è la possibilità di salire eccezionalmente su uno dei due campanili della Cattedrale, voluta dai Moncada e affrescata dal Borremans, e l’opportunità di scendere nella cripta settecentesca di San Domenico, che un tempo ospitava il mausoleo dei potenti signori di Caltanissetta.

“Siamo felici – ha detto il sindaco Roberto Gambino – di collaborare con Le Vie dei Tesori per il Festival. Saranno tre fine settimana in cui si metteranno in mostra le bellezze della città, continuando ad alimentare i numerosi eventi del settembre nisseno. È un invito a scoprire o riscoprire le innumerevoli bellezze della nostra terra”.

Diciannove siti, di cui due nella vicina San Cataldo, tre esperienze da non perdere, una visita alla solfara Trabonella seguendo il percorso dei minatori e una passeggiata d’autore nel piccolo borgo rurale di Canicassè Casale fondato a fine Settecento dal barone Lanzirotti. Gradito ritorno quello del cimitero monumentale Angeli, la chiesa Santa Maria degli Angeli e il convento che nel cortile conserva uno dei due esemplari rimasti di ghigliottina siciliana. Dopo quattro anni ritorna anche la Villa Testasecca, ricca dimora dei Signori dello zolfo.

Le Vie di Tesori ogni anno genera un’importante ricaduta economica, in termini di indotto turistico, nelle città coinvolte. “Noi non siamo esteti – hanno spiegato Laura Anello e Marcello Barbaro, rispettivamente presidente e vice presidente della Fondazione che cura l’iniziativa – un sito non è solo bello, ma deve essere motore della comunità. Il Festival è un lievito che fa crescere il senso di riappropriazione dei luoghi. E Caltanissetta è stata tra le prime città, fuori dalla storica Palermo, a scommettere su questo progetto”.

Per questa nuova edizione – costruita sul campo da un folto gruppo di lavoro formato da Luigi Garbato, Michele Mendolia Calella, Irene Bonanno, Aurelia Speziale, Carlo Mastrosimone, Selene Tumminelli, Pascal Resta e Pasquale Carlo Tornatore, in stretta collaborazione con Luigi Bontà e l’associazione Amico Medico per la parte dedicata alla vicina San Cataldo – è stato messo insieme un programma che pesca nel cuore antico della città e nello stesso tempo propone luoghi finora inaccessibili anche per i cittadini che durante le visite, possono “riconquistarli”.

La collaborazione con il Comune e la Diocesi è al centro del progetto: si potrà entrare in numerose chiese, avvicinando le stanze e le regole delle Confraternite, a partire da una narrazione coinvolgente tra Le Vare dei Biangardi che prenderanno virtualmente vita dando voce a personaggi noti e ignoti del passato, conti, suore, preti, frati, minatori e vedove che hanno vissuto nella Caltanissetta del 1800.

Il viaggio del Festival partirà dalla Cattedrale di Santa Maria La Nova per poi proseguire nel quartiere arabo Angeli con la visita al cimitero monumentale, la chiesetta di Santa Maria Maddalena con il suo curioso portale neogotico e la chiesa di Santa Maria degli Angeli con l’ex convento dei Frati Minori Osservanti, restaurati di recente. La sovrintendente ai Beni culturali Daniela Vullo ha sottolineato la collaborazione anche per l’ex palestra Bilotta, nata sotto il fascismo. Sempre nel quartiere Angeli si potrà visitare Spazio Pitta, hub creativo e rigenerativo nato da Lorenzo Maria Ciulla, in arte il pittastorie. Tra gli edifici visitabili: Palazzo Calefati di Canalotti del XVIII secolo, Palazzo Benintende, palazzo Lanzirotti, palazzo Barile. Da scoprire anche due ville: quella dei Benintente, che passò ai Paolilla emigrati in America e poi fu recuperata dai nipoti e Villa Mazzone, trasformata in Gran hotel per gli imprenditori dello zolfo, poi donata alla Curia e trasformata in residenza per anziani.

Anche San Cataldo apre al pubblico con due chiese sontuose: San Francesco d’Assisi e la chiesa del Patriarca San Giuseppe.

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