Caporalato, coop confiscata a Marsala, lutto cittadino per Adnan - QdS

Caporalato, coop confiscata a Marsala, lutto cittadino per Adnan

redazione web

Caporalato, coop confiscata a Marsala, lutto cittadino per Adnan

martedì 09 Giugno 2020

E' intenzione del sindaco Gambino proclamarlo per il ragazzo pakistano ucciso a Caltanissetta per aver aiutato i suoi connazionali sfruttati nel lavoro dei campi. I Sindacati scendono in campo e chiedono a Musumeci un incontro urgente e una legge regionale contro quel sistema che "infesta l'Agricoltura siciliana"

La tragica morte di Adnan Siddiqui – il giovane di 32 anni ucciso a coltellate il tre giugno nella sua casa di Caltanissetta per aver aiutato alcuni suoi connazionali a denunciare ai Carabinieri quella mafia pakistana che li sfruttava -, sembra aver dato un nuovo impulso, in Sicilia, alla lotta contro il caporalato.

Una cooperativa agricola di Marsala, la “Colombaia”, coinvolta lo scorso anno in una indagine della Guardia di finanza sullo sfruttamento di braccianti, quasi tutti romeni, è stata infatti confiscata dallo Stato.

Nell’ambito di questo procedimento, per “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” hanno già patteggiato la pena davanti al Gup i marsalesi Filippo e Giuseppe Angileri, di 80 e 50 anni, padre e figlio, e Benedetto Maggio, di 42 (cognato di Giuseppe Angileri).

Per il più anziano due anni di reclusione, con pena sospesa. Per gli altri due, invece, due anni e mezzo. Un romeno di 40 anni, Ion Lucian Ursu, attualmente latitante, è stato, invece, rinviato a giudizio e sarà processato davanti il Tribunale di Marsala. Della coop confiscata (valore stimato: 400 mila euro) Benedetto Maggio era il legale rappresentante, mentre Giuseppe Angileri sarebbe stato l’amministratore “di fatto”.

La cooperativa, che dallo scorso anno, quando scattò il sequestro preventivo, è in amministrazione giudiziaria, forniva manodopera soprattutto a grosse aziende del settore vitivinicolo, comunque non indagate perché risultate all’oscuro dello sfruttamento. Nel triennio 2014/2016, le fatture emesse dalla Colombaia furono nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro.

E sulle cifre pagate dalle aziende committenti, i “caporali” avrebbero fatto, secondo l’accusa, la “cresta” a danno dei lavoratori. Almeno una ventina di euro al giorno per ogni bracciante. A questi ultimi, fino al 2013, la giornata veniva pagata intorno a 35 euro. Nel 2014, ci sarebbe stato l’aumento a 40 euro, mentre i committenti avrebbero pagato circa 60 euro per ogni giornata di lavoro.

Adnan, la Cgil, “proclamare il lutto cittadino”

Intanto Alfio Mannino e Ignazio Giudice, segretari generali della Cgil in Sicilia e a Caltanissetta, hanno dichiarato che “La tragica morte di Adnan Siddique andava onorata proclamando il lutto cittadino”.

E il sindaco della città, Roberto Gambino, ha dichiarato al Qds.it che era già intenzione del Comune procedere in questo senso e che si sta attendendo di sapere quando potranno essere celebrati i funerali del giovane.

“Questo omicidio, cosi violento – hanno sottolineato i sindacalisti – non può rimanere isolato dal contesto cittadino così provato dalla notizia e dalla sua crudeltà. Proponiamo la proclamazione del lutto cittadino perchè pensiamo che la coerenza debba essere il valore principale in tutte le azioni delle Istituzioni che in tante occasioni parlano di accoglienza e integrazione e non ci sono dubbi che Adnan è considerato da tutti un cittadino di Caltanissetta e non solo perchè aveva la residenza e l’aveva da anni, produceva reddito, si era realizzato”.

“Se l’ipotesi degli investigatori – hanno sottolineato Mannino e Giudice – dovesse essere confermata, ci troveremmo di fronte a un crimine da combattere sul piano culturale, sociale e legislativo. Il sindacato dei lavoratori ricorda la lunga rivendicazione che ha portato a una legislazione moderna rappresentata dalla legge che persegue il caporalato, oggi più che mai la stessa deve vivere nei settori maggiormente esposti allo sfruttamento e alla schiavitù, per farlo vanno potenziati i controlli”.

“Noi siamo consapevoli – hanno concluso – che non esiste clan mafioso Pakistano se non dialoga con quelli siciliani e siamo altresì certi che senza il fenomeno del caporalato Adnan sarebbe vivo. La proclamazione del lutto cittadino è un atto di civiltà nei confronti dei cittadini pakistani/nisseni e un grande messaggio umano al mondo che osserva”.

I Sindacati, “il caporalato infesta l’Agricoltura”

“In Sicilia – hanno aggiunto i segretari generali di Fai Cisl-Flai Cgil-Uila Uil Sicilia Pierluigi Manca, Tonino Russo e Nino Marino – il caporalato infesta l’agricoltura come il peggiore dei parassiti. Da anni chiediamo una legge regionale per rafforzare gli strumenti di contrasto allo sfruttamento lavorativo nel settore”.

“Il governo Musumeci – hanno chiesto – faccia un passo concreto convocando non solo le organizzazioni sindacali ma anche le associazioni datoriali per un percorso di approfondimento, confronto e definizione di misure in grado di mettere la nostra Regione alla pari di altre che in Italia sono già intervenute in materia”.

Manca, Russo e Marino, che hanno chiesto al presidente della Regione un “incontro urgente”, sottolineano l’esigenza di una “bonifica delle paludi costituite dal lavoro nero” e ricordano “l’occasione epocale rappresentata dal recente decreto nazionale sulle regolarizzazioni che ora impone alla Regione una verifica sulla effettiva capacità degli Ispettorati del lavoro a fare fronte, presto e bene, ai compiti richiesti dalla legge”.

Quindi, ancora a proposito dell’auspicata legge siciliana anticaporalato, Fai-Flai-Uila Sicilia ricordano “l’esperienza del Lazio in cui sono ormai da tempo in vigore norme che, accogliendo numerose proposte sindacali, valorizzano il ruolo della rete del lavoro agricolo di qualità”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017