Cattaneo, suscitatore di imprese - QdS

Cattaneo, suscitatore di imprese

Marco Vitale

Cattaneo, suscitatore di imprese

mercoledì 07 Settembre 2022

Tra i principali protagonisti del decollo industriale milanese e lombardo c’è Carlo Cattaneo

Tra i principali protagonisti del decollo industriale milanese e lombardo c’è Carlo Cattaneo.
Cattaneo è milanese autentico, anche se la famiglia è di antica origine bergamasca. Nasce il 15 giugno 1801 nella parrocchia di S. Maria degli Angeli in S. Celso, da Melchiorre, modesto orefice, e Maria Antonia San Giorgio, vedova Cighera, maritata a Melchiorre in seconde nozze.

Studia in vari seminari. I suoi studi sono guidati da Piero Cighera, cugino del primo marito della madre. Cighera è prefetto dell’Ambrosiana e permette al giovane Carlo di coltivare le sue letture nella biblioteca anche oltre l’orario di chiusura. Gaetano Cattaneo, lontano cugino del padre, è figura significativa dell’intellettualità milanese ed è fondatore e direttore del Museo Numismatico di Brera, dotato di ricca biblioteca che il giovane Carlo può frequentare liberamente. Chiude gli studi superiori con un biennio (1817-19) all’Imperial Regio Liceo di S. Alessandro (ora Beccaria) e un anno al Liceo di Porta Nuova.
Ottiene una borsa di studio per l’Università di Pavia (allora non c’erano università a Milano), ma non può usufruirne per ragioni economiche perché non può rispettare il requisito della residenza. Si iscrive ugualmente a giurisprudenza a Pavia, dove va e viene con il barchetto che parte dalla darsena raggiungendo Pavia lungo il naviglio pavese.

Contemporaneamente frequenta a Milano la scuola privata di Romagnosi, grande figura di intellettuale e studioso dell’”incivilimento”, anello di congiunzione con l’illuminismo lombardo. Cattaneo assorbirà molto dal Romagnosi, al quale rimase molto legato e affezionato.

Inizia l’insegnamento (grammatica o, come si diceva, umanità) nel ginnasio comunale di Santa Marta. Contemporaneamente inizia una intensa attività pubblicistica di studioso dei fatti sociali, economici, educativi che, ben presto, lo pone in evidenza nella società milanese.
Suscitatore di imprese, in particolare della prima ferrovia italiana importante, tra Milano e Venezia, della quale diventa anche azionista.

Nel 1838 (a 37 anni) concepisce ed avvia la rivista “Il Politecnico” e la relativa casa editrice alla quale altri partecipano, ma della quale lui è l’anima. La rivista tratta molte materie da quelle tecnico-scientifiche a quelle storico-umanistiche, ed il tema unificante è quello dello sviluppo, dell’”incivilimento”. La rivista che, attraverso varie vicende, nel 1866 finirà in mano a Francesco Brioschi, ingegnere e matematico, astro nascente della cultura tecnico-scientifica italiana, verrà nel 1869 (anno della morte di Cattaneo) fusa con il Giornale degli ingegneri, dando vita a: “Il Politecnico – giornale dell’ingegnere architetto, civile ed industriale”, concentrandosi solo sui temi tecnologici.

Il “Politecnico” di Cattaneo fu lo strumento che più di ogni altro ispirò e guidò lo spirito imprenditoriale lombardo, fu confluenza di idee e di talenti, chiamando a raccolta come diceva Cattaneo “tutte le intelligenze disperse qua e là nella vastità dell’Italia e delle isole”, che scolpì il principio che cultura, nelle sue varie complesse e dinamiche componenti, e sviluppo sono inscindibili, che aprì tanti canali tra Lombardia ed Europa (“Dobbiamo guardarci intorno e tornare europei per essere italiani”). Il “Politecnico” è l’opera più importante e duratura di Cattaneo e fu, come bene lo definì Elio Vittorini nel 1945, “il più bel periodico di cultura e di scienza che avesse a quel tempo l’Europa”.

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