Sul caro carburanti va in scena il rimpallo di responsabilità - QdS

Sul caro carburanti va in scena il rimpallo di responsabilità

Michele Giuliano

Sul caro carburanti va in scena il rimpallo di responsabilità

venerdì 13 Gennaio 2023

Dopo la reintroduzione delle accise, come prevedibile, i prezzi sono “schizzati” alle stelle: a farne le spese sono i consumatori. Confimprese Palermo: “Si cerca il capro espiatorio”

ROMA – L’aumento del costo dei carburanti sta diventando insostenibile per moltissimi siciliani che si trovano ormai in difficoltà a sbarcare il lunario. Una spesa che purtroppo non può essere evitata, ma che sta andando ad occupare una fetta fin troppo importante dei guadagni mensili di tutti.

E il gioco degli ultimi giorni è il rimpallo delle responsabilità. Le accise sono state reintrodotte dal primo gennaio 2023, dal neonato governo Meloni, dopo il taglio voluto dal governo Draghi per il periodo pandemico e immediatamente successivo, fino al 31 dicembre scorso. La decisione del governo Meloni risale al 2 dicembre 2022, quando è stato deciso di non prorogare ulteriormente i tagli.

Le proteste si sono fatte sentire immediatamente, soprattutto in seguito alle tante promesse fatte in periodo elettorale dal governo adesso in carica, tanto da spingere la compagine in carica a rivedere la misura. Il Consiglio dei ministri ha quindi approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo e sanzionatori del Garante prezzi.

In particolare, si rende giornaliero l’obbligo per gli esercenti di comunicare il prezzo di vendita praticato, accanto al prezzo medio giornaliero calcolato e pubblicato dal ministero delle Imprese.

Ancora, il Consiglio dei ministri ha deciso di rafforzare le sanzioni amministrative in caso di violazione, da parte degli esercenti, degli obblighi di comunicazione e pubblicità dei prezzi. In caso di recidiva, la sanzione può giungere alla sospensione dell’attività per un periodo da 7 a 90 giorni. Insomma, le accise rimarranno lì dove sono, e la responsabilità del caro prezzi, sembra, essere ricaduto sulle spalle dei benzinai.

Su questo aspetto è intervenuta Confimprese Palermo, l’associazione delle imprese del commercio a rete che raggruppa primari operatori del retail. “In tutti i giornali più importanti – afferma il presidente di Confimprese Palermo e vicepresidente vicario nazionale della stessa sigla, Giovanni Felice – si legge del servizio contro le speculazioni dei benzinai per combattere il caro carburanti. Al solito si cerca il capro espiatorio più debole per allontanare l’attenzione dai veri speculatori. Credo che il governo a tutela dei suoi cittadini e della sua economia abbia il dovere di colpire chi con la speculazione sta affossando l’economia nazionale e questi non sono certamente i distributori di carburanti”. Confimprese mette mano ai numeri: secondo l’associazione, il prezzo più alto del petrolio nella storia fu raggiunto nel 2008, quando toccò quota 147,26 dollari al barile, pari, al cambio attuale, a 91,85 euro al barile. Il prezzo di oggi è di 79,29 dollari al barile che equivale a 74,03 euro.

Il margine dei benzinai è rimasto invariato

“Quando il petrolio costava quasi 18 euro in più al barile – evidenzia Felice – la benzina era venduta ad 1,38 euro ed il gasolio ad 1,33 euro. Mentre oggi, che costa il 22% in meno, la benzina viene venduta ad 1,965 euro, il 47% in più rispetto al 2008 ed il gasolio a 2,023 euro, il doppio rispetto sempre al 2008”. Il margine dei benzinai, nel frattempo, è rimasto invariato. I controlli effettuati nel periodo estivo da parte della guardia di finanza raccontano una storia un po’ diversa: in provincia di Enna, ad esempio, quasi una stazione di servizio su tre è risultata irregolare, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti fiscali. Nei mesi di luglio ed agosto sono stati effettuati 115 controlli in materia di rilascio di scontrini, ricevute e relativa memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi, e in 15 casi sono state trovate infrazioni. Ancora, oltre 50 sono stati i controlli relativi alla disciplina dei prezzi del carburante e anche in questo caso, sono state rilevate ben 15 irregolarità nei confronti degli operatori che non hanno adempiuto agli obblighi di esposizione, pubblicità e di comunicazione periodica al ministero dello Sviluppo economico dei prezzi effettivamente praticati al pubblico per ciascuna tipologia di carburante. Un esempio che sta a rappresentare una condizione generalizzata.

Ad alzare la voce, sono adesso gli stessi benzinai che hanno annunciato uno sciopero generale per i prossimi 25 e 26 gennaio.

“Il Governo aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui Gestori che diventano i destinatari di insulti ed improperi degli automobilisti esasperati. Avviata contro la categoria una campagna mediatica vergognosa’’, hanno spiegato le organizzazioni dei gestori di Faib, Fegica e Figisc.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017