Caro energia, nel siracusano 5.000 Pmi a rischio chiusura - QdS

Caro energia, nel siracusano 5.000 Pmi a rischio chiusura

Luigi Solarino

Caro energia, nel siracusano 5.000 Pmi a rischio chiusura

mercoledì 19 Ottobre 2022

Il quadro nello studio dell’Osservatorio economico di Confartigianato. Per protestare, associazioni di categoria e sindaci sono scesi in piazza: “Aumenti del 300%, serve un intervento immediato”

SIRACUSA – La grave crisi economica e sociale causata dagli aumenti del costo dell’energia e delle materie prime dovuta alle speculazioni energetiche e alla guerra in Ucraina si sta ripercuotendo anche nella provincia di Siracusa.

Basti pensare che, in base ad uno studio dell’Osservatorio economico di Confartigianato, nella provincia aretusea sono a rischio chiusura quasi 5.000 piccole e micro imprese con 13.386 addetti a rischio disoccupazione. Tutti questi motivi hanno spinto a scendere in piazza il mondo delle imprese. “Tempo Scaduto” è il nome della manifestazione, che si è svolta a Siracusa presso largo XXV luglio, promossa dalle sigle siracusane di Cna, Confcommercio, Confindustria, Confcooperative, Casartigiani, Cia, Confesercenti, Confagricoltura, Copagri e Legacoop. Vi hanno preso parte anche numerosi sindaci della provincia.

“Dall’inizio dell’anno – hanno dichiarato le associazioni promotrici dell’iniziativa – le nostre imprese sopportano aumenti del costo dell’energia superiori al 300%. Se il Governo non interverrà in maniera determinante, entro la fine del 2022 saranno prevedibili aumenti fino al 500%”.

“L’enorme rincaro delle bollette nell’ultima parte dell’anno ha fatto schizzare la spesa rispetto al 2021 e il 95% delle imprese ritiene che il caro-bollette avrà un forte impatto sulla propria attività – proseguono -. È dunque necessario un atteggiamento rinnovato sul tema, mettendo al centro azioni strutturali in grado di invertire la rotta che, diversamente, porterà al collasso l’intero sistema produttivo della provincia, della Sicilia e del Paese”.

Per le associazioni di categoria “è necessario un intervento immediato che anticipi ed orienti le eventuali soluzioni comunitarie, il quadro è estremamente complesso e tutti i comparti sono toccati in modo significativo da questo tema. Lo sono le imprese così come le famiglie siracusane, i pensionati e le comunità in genere”.

Dopo l’emergenza sanitaria, il caro materiali, la follia dei bonus edilizi adesso anche il colpo di grazia del caro energia – ha dichiarato la presidente territoriale di Cna Siracusa, Rosanna Magnano – . Siamo tutti insieme semplicemente per manifestare il nostro disagio e sopratutto per spiegare quali sono le direttrici per uscire da questa situazione insostenibile”.

“Vogliamo – ha aggiunto – che sia il governo regionale sia quello nazionale che si stanno costituendo abbiano in agenda da subito queste soluzioni, perché sono quelle di chi, ogni mattina, fa impresa affrontando mille difficoltà. Vogliamo che le nostre istanze siano al centro delle azioni di governo, perché noi siamo l’Italia che sostiene l’Italia”.

“Siamo scesi in piazza a Siracusa con le altre associazioni di categoria – ha detto il presidente provinciale di Confcommercio, Elio Piscitello – per gridare forte che il tempo delle parole è scaduto, che deve iniziare il tempo delle azioni concrete”. “Il tema dell’aumento dei costi dell’energia e dunque del caro bollette non è stato affrontato adeguatamente e il tempo ormai è scaduto – ha affermato il presidente di Confcooperative Siracusa, Alessandro Schembari – Non ci sono possibilità per rimandare ulteriormente. Dobbiamo far sentire la nostra voce”.

“Servono risposte certe e di lunga durata – ha esclamato la presidente di Casartigiani Siracusa, Lucia Romeo -. Come affermato da più parti serve una seria programmazione da parte della politica”.

Il prossimo 7 novembre la mobilitazione si sposterà a Palermo per una manifestazione regionale.

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