La Casa di Olivetti diventerà un bene comune grazie agli eredi e a Tim - QdS

La Casa di Olivetti diventerà un bene comune grazie agli eredi e a Tim

redazione

La Casa di Olivetti diventerà un bene comune grazie agli eredi e a Tim

mercoledì 28 Giugno 2023

Donato al Fai il Complesso di San Bernardino

IVREA (TO) – “La civiltà di un popolo si riconosce dal numero, dall’importanza, dall’adeguatezza delle strutture sociali, dalla misura in cui è esaltato e protetto tutto ciò che serve alla cultura e in una parola all’elevamento spirituale e materiale dei nostri figli”. Scriveva così Adriano Olivetti, l’imprenditore che dedicò la sua vita a una nuova visione dell’organizzazione del lavoro, caratterizzata dall’equilibrio tra solidarietà sociale e profitto. Oggi quel “sogno” continua a ispirare le azioni degli italiani ed è in questo solco che si colloca la donazione del Convento di San Bernardino a Ivrea, storica dimora della famiglia Olivetti, al Fai, il Fondo per l’ambiente italiano. Una donazione resa possibile grazie a Beniamino de’ Liguori Carino, nipote di Olivetti, segretario generale dell’omonima Fondazione e tra gli eredi che hanno donato la Chiesa, e a Tim, che ha donato il convento.

“Con la nostra donazione al Fai del Complesso di San Bernardino, un’area di oltre 40.000 mq che include spazi boschivi e ricreativi – ha spiegato Maria Enrica Danese, Direttrice Institutional Communication, Sustainability & Sponsorship di Tim – abbiamo voluto far diventare patrimonio del territorio, ossia accessibile al pubblico, un bene unico sotto il profilo artistico e culturale. Sono molte le iniziative che stiamo mettendo in campo per la valorizzazione dei beni artistici e culturali italiani, la maggior parte delle quali ci vedono impegnati sul fronte delle tecnologie e dei servizi per la loro digitalizzazione. Questa volta era necessario partire da un progetto di recupero, restauro e gestione dell’accesso del pubblico e in questo senso il Fai rappresenta per Tim il partner d’eccellenza, in quanto da sempre impegnato nel restituire alla collettività le grandi bellezze italiane. Siamo infatti convinti che la sfida dello sviluppo del nostro Paese debba passare necessariamente per il mondo della cultura attraverso progetti come quello del Complesso che partono da risorse pubbliche e private e si sviluppano attraverso un modello virtuoso di gestione economica. Essere parte di questa iniziativa ci rende particolarmente orgogliosi”.

Il convento con la sua chiesa, così riuniti nella proprietà e nella gestione del Fai, saranno oggetto di un grande progetto di restauro e valorizzazione reso possibile dal finanziamento di 6 milioni di euro che il Ministero della cultura ha destinato a questo. Elaborato dal Fai e condiviso in tutto con la Soprintendenza competente, il progetto di restauro sarà coordinato dallo stesso Ministero. Concluse le procedure amministrative, il cantiere aprirà a metà 2024 e durerà due anni: saranno affrontati il restauro conservativo degli edifici storici, l’adeguamento normativo e impiantistico e il miglioramento sismico, con massima attenzione a soluzioni per la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico, e la rifunzionalizzazione degli spazi interni ed esterni, per l’apertura completa e regolare al pubblico e l’offerta di servizi culturali e di accoglienza.

Accanto a quello di restauro, c’è il progetto di valorizzazione culturale, che il Fai ha concepito ed elaborerà nei contenuti in stretta collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti. Non diventerà un museo, ma un luogo in cui ricostruire e rileggere le idee che hanno formato Adriano Olivetti e guidato la sua impresa, e che possono essere ancora oggi esempio per nuove imprese, per le generazioni future, e per le comunità di cittadini – come il Fai – che sentono ed esercitano il diritto e il dovere di contribuire al bene comunei. Il racconto si svolgerà all’interno del Convento in un suggestivo percorso multimediale di narrazione tramite proiezioni immersive e attraverso spazi appositamente allestiti con documenti originali, oggetti personali e d’archivio, per rievocare la funzione di casa e lo stile di vita della famiglia, riflesso della cultura e di un rigore morale ed etico di stampo religioso, eppure profondamente laico. Negli altri ambienti saranno realizzati servizi di accoglienza del pubblico, spazi destinati ad attività didattiche, in particolare per le scuole, ma anche luoghi di ricreazione culturale e non: da ambienti multifunzionali per incontri, lezioni, conferenze e piccole mostre temporanee a spazi per lo sport e il gioco, da un negozio Fai a un caffè con ristoro.

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