Cassibile, più sicurezza per la riserva di Cavagrande - QdS

Cassibile, più sicurezza per la riserva di Cavagrande

Luigi Solarino

Cassibile, più sicurezza per la riserva di Cavagrande

giovedì 15 Dicembre 2022

La Struttura per il contrasto del dissesto idrogeologico ha pubblicato il bando della gara per la messa in sicurezza dei sentieri d’accesso: a disposizione 1,3 milioni di euro

SIRACUSA – La fruibilità della riserva naturale orientata di Cavagrande del Cassibile sarà più sicura. Infatti è in dirittura d’arrivo l’intervento per garantire maggiore sicurezza ai turisti ed ai visitatori di questo gioiello paesaggistico sito a cavallo dei Comuni di Avola, Noto e Siracusa.

La Struttura per il contrasto del dissesto idrogeologico, guidata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, ha pubblicato il bando della gara per i lavori di messa in sicurezza dei sentieri di accesso della riserva. Al bando, dell’importo complessivo di 1,3 milioni di euro, si potrà partecipare entro il 25 gennaio prossimo. Gli uffici diretti da Maurizio Croce, in tal modo, chiudono una vicenda andata avanti per diversi anni.

“Abbiamo il dovere di proteggere e valorizzare le ricchezze naturalistiche della Sicilia – ha dichiarato il presidente Schifani – preservandole dai rischi e dall’incuria. Solo in questo modo potremo offrirle ad una fruizione turistica che risponda ai migliori standard di sicurezza”.

Ultimate le indagini tecniche per individuare le criticità esistenti e i singoli dissesti in atto, si è ora nelle condizioni ideali per intervenire in modo organico in un’area che ha un’estensione di 2.760 ettari, ed è attraversata per circa dieci chilometri dal fiume Cassibile che ha scavato la roccia in un paesaggio che si caratterizza per una serie di pareti a strapiombo e per i suoi laghi naturali.

La riserva è stata istituita nel 1990 ed è gestita dall’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana. Ne è prevista l’inclusione nell’area del Parco Nazionale degli Iblei, attualmente in fase di elaborazione.

La Riserva è nata con lo scopo di preservare le diverse ricchezze del suo territorio sia dal punto di vista naturalistico-paesaggistico sia sotto il profilo archeologico ed antropologico, visto che tutta la zona è stata abitata nel corso dei millenni e ne sono rimaste notevoli testimonianze in tombe e reperti. Nelle pareti sono state scavate ottomila tombe rupestri del tipo a grotticella, risalenti al X e IX secolo a.C..

Il pericolo maggiore è quello rappresentato dal distacco di massi sui sentieri di accesso e sulle aree di visita: diversi, negli ultimi anni, gli episodi di questo genere che hanno portato alla chiusura dei varchi di “Scala Cruci” e “Mastra Ronna” e dei vari percorsi che portano al fondo valle. Una situazione che ha costretto a individuare due soli accessi utili, “Carrubbella” e “Stallaini”, e a ridurre fortemente gli spazi visitabili, infatti il sito risulta parzialmente chiuso dal luglio del 2014 allorché un incendio distrusse buona parte della vegetazione che ricopre i bordi della vallata.

L’altra esigenza, non secondaria, è quella di assicurare l’integrità del contesto naturale, evitando in ogni modo opere di protezione che possano risultare invasive. È per questo che verranno predisposti interventi dimensionati alle specifiche problematiche, con un impatto minimo.

Il progetto di mitigazione del rischio dell’area prevede sia interventi attivi in parete per bloccare tutta una serie di massi individuati come instabili, sia interventi passivi lungo il pendio per intercettare tutti quei blocchi di medie e piccole dimensioni che possono staccarsi a causa di un crescente fenomeno erosivo.

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