Per il Castello Svevo di Augusta servono interventi conservativi - QdS

Per il Castello Svevo di Augusta servono interventi conservativi

Luigi Solarino

Per il Castello Svevo di Augusta servono interventi conservativi

giovedì 04 Marzo 2021

Ad Augusta è tutto pronto per il risanamento dell’edificio storico. Ma Italia Nostra avverte: “Fondamentale conservarne la natura e la funzione”. Archeoclub incalza: “Salvaguardare un pezzo di storia”

AUGUSTA (SR) – La scorsa settimana l’assessore regionale dei Beni culturali, Alberto Samonà, ha annunciato che a breve prenderanno il via i lavori di consolidamento strutturale e di restauro del Castello Svevo di Augusta. Detti lavori, finanziati con risorse del Fondo di Sviluppo e coesione – Patto per il Sud, sono stati aggiudicati ad un Associazione Temporanea di Imprese per un ammontare complessivo di 3.294.066,03 euro oltre l’Iva ed avranno la durata di due anni. Gli interventi più significativi riguarderanno il consolidamento delle fondazioni e delle strutture poste al piano terra nell’ala federiciana e al ripristino delle volte. Prevista anche la realizzazione dell’impiantistica e di quanto necessario alla nuova destinazione di spazio museale.

La presidente di Italia Nostra Augusta, Jessica Di Venuta, in una nota, scrive che “Italia Nostra vigilerà sui lavori di restauro del Castello Svevo. Confidiamo, anche con la collaborazione ed il supporto di tecnici esperti, in un vero risanamento conservativo del Castello. Tutti gli interventi dovranno essere rivolti ad assicurare la funzionalità dell’edificio conservandone allo stesso tempo gli elementi tipologici, formali e strutturali”.

“Gli obiettivi che si intendono raggiungere attraverso il risanamento conservativo – prosegue la nota – sono fondamentalmente due: il primo è quello di risanare la struttura, eliminando un eventuale stato di degrado e garantendo gli standard igienici e sanitari necessari al suo utilizzo; il secondo è quello di conservare integralmente la natura e la funzione dell’edificio, evitando trasformazioni anche parziali che possano modificare la sua fisionomia originaria e la distribuzione interna della sua superficie”. “Resta inteso infine, – conclude Italia Nostra Augusta – che la sopra-elevazione carceraria edificata nel 1890 è patrimonio culturale, storico e monumentale della città di Augusta e parte integrante, irrinunciabile e qualificante non solo del paesaggio urbano ma elemento simbolo del tessuto urbano in cui si riconoscono tutte le generazioni di augustani che si sono succedute nell’arco di questo ultimo secolo”.

La presidente di Archeoclub Augusta, Mariada Pansera, dichiara che l’intervento deve essere di tipo parzialmente conservativo. “Qualsiasi costruzione che abbia superato i 50 anni di vita, per legge, è dichiarato bene culturale – afferma Pansera – . È il caso delle superfetazioni carcerarie del Castello costruite nel 1890. La struttura carceraria è diventata una stratificazione storico-culturale di questo bene che parte dalla struttura originaria Federiciana per evolversi a quella Sveva e Borbonica. I due piani del carcere fanno parte della storia del castello, della tradizione. Chi ha stilato il progetto non può dire di demolire tutto ma deve trovare il modo per salvaguardare un pezzo di storia che altrimenti andrebbe perduto per sempre. Qualche demolizione va fatta se proprio non se ne può fare a meno ma la memoria storica va conservata. Pertanto chiediamo quale siano le parti che si prevede di demolire. Ci sono tante domande a cui non è stato risposto. Insieme alla Sovrintendenza va trovata una soluzione progettuale condivisa”.

“Tuttavia – conclude la presidente di Archeoclub Augusta – lasciano ben sperare le ultime dichiarazioni dell’assessore Samonà il quale ha affermato che le demolizioni riguarderanno soltanto quelle parti che rappresentano sicuramente un pericolo strutturale e quindi di sicurezza per l’intero immobile. Ma le altre parti di pregio storico verranno lasciate. Io confido molto su queste parole”.

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