Nzeb, il legale illustra il progetto: “Innovazione per svegliare la città” - QdS

Nzeb, il legale illustra il progetto: “Innovazione per svegliare la città”

Melania Tanteri

Nzeb, il legale illustra il progetto: “Innovazione per svegliare la città”

sabato 18 Dicembre 2021

Dopo le polemiche sull’avveniristica torre di Ognina, interviene Rosario Marchese che rappresenta la Zefiro holding: "Non è un progetto speculativo, obiettivo è anche quello di riqualificare la zona"

CATANIA – Undici piani, cinquantaquattro metri di altezza, tecnologico, realizzato con materiali innovativi ed ecosostenibili e, soprattutto, a bassissimo impatto energetico. Se tutto dovesse andare come previsto, e i cantieri partire con l’anno nuovo, potrebbe vedere la luce presto. Nzeb, il palazzo che dovrebbe sorgere a Ognina e che, negli ultimi mesi, sta facendo discutere animatamente la città, letteralmente divisa in due, potrebbe svettare nello skyline catanese già nel 2023.

Non si sbilancia troppo l’avvocato Rosario Marchese, che rappresenta la Zefiro Holding Srl e il suo edificio, noto come Zefiro “A”, il cui progettista è l’architetto Mario Caruso di Base 51. Ma si sofferma su alcune caratteristiche. “L’idea è quella di riqualificare l’intera area. Questo progetto ha puntato l’attenzione su una zona che è sempre stata dimenticata o è rimasta a uso e consumo di pochi che hanno ristrutturato le villette. Si è creato un contesto che vede una parte riqualificata e un’altra degradata. Nzeb si inserisce esattamente al confine tra queste due aree. Lo scopo è anche quello di ridare dignità alla zona – ribadisce l’avvocato: verranno realizzate delle piazzette, ovviamente arredate. È nostro interesse farlo anche per dare maggior pregio alla struttura e questo è stato apprezzato dagli abitanti”.

Parliamo di Ognina, un tempo borgo di pescatori, ancora caratterizzato da case terrane e villette, aree adibite a magazzino fino ai palazzi al confine con Picanello. “L’intenzione è quella di svegliare questa città con un progetto assolutamente innovativo – continua l’avvocato -. Sarebbe stato più semplice costruire un palazzo conforme a quelli che erano i dettami delle costruzioni. Invece si è voluto creare qualcosa anche di tecnologicamente avanzato, dire che anche a Catania è possibile realizzare opere di questo genere, e per dare un segnale di ripartenza alla città”. Un progetto anche rischioso, sottolinea Marchese, in cui per la prima volta vengono utilizzati sistemi di costruzione particolari, con manovalanze estremamente specializzate. “Un nuovo modo di costruire nel rispetto della sicurezza – prosegue. Noi vogliamo puntare sulla qualità e su costruzioni veramente antisismiche. Il nostro progetto è realmente innovativo, non speculativo e nasce dal confronto con studi di progettazione all’avanguardia non solo in Italia”.

Ci crede molto, l’avvocato Marchese, che entra anche nella questione autorizzativa, sollevata prima dal Consiglio comunale e poi, di recente, dal presidente dell’Associazione Borgo marinaro di Ognina, Lina Arena. “L’avvocato Arena fa riferimento a vincoli che sono decaduti – taglia corto – e, oltretutto, da parecchi anni. La Zefiro non ha fatto altro che chiedere un permesso legittimo in virtù di vincoli decaduti”.

La torre sarà alta 54 metri. Il piano terra avrà un altezza di circa 11 metri e prevede zone comuni, un giardino con vasca ornamentale, spa, palestra. “Io sono nato e cresciuto nel periodo del boom economico quando si costruiva pensando alla fatturazione e non all’estetica – dice ancora l’avvocato. A Catania non si dà seguito alle iniziative che rompono i vecchi skyline, invece alcune cose andrebbero cambiate per andare avanti. Il nostro interesse non è quello di creare una struttura unica in città, ma aprire il fronte all’innovazione, alla tecnologia. Gli abitanti della zona, che noi abbiamo incontrato, si sono mostrati contenti, perché vedono in questo edificio la possibilità di sviluppo”.

Un progetto al quale la città guarda tutta e resta divisa: chi ne esalta le caratteristiche e chi, al contrario, lo contesta. E che potrebbe non restare “figlio unico”. Ma l’avvocato non si sbottona, nemmeno alla domanda sul perché non si sia guardato al Corso Martiri della Libertà per realizzare costruzioni. “Gli imprenditori guardano sempre al futuro – afferma. Ci sono degli step, concorrenza, strategie imprenditoriali. Andiamo per gradi”. I tempi per la realizzazione di Nzeb non sembrano lunghi: al momento il cantiere è solo stato preparato. “Dovremmo partire a gennaio – afferma ancora Marchese. Per completare questo tipo di costruzioni, in genere, occorre un periodo tra i dodici e i diciotto mesi. Proprio per l’uso dei materiali, però, si potrebbero verificare rallentamenti nella consegna a causa della pandemia”. Gli appartamenti – uno per piano – sono quasi tutti già venduti. “Abbiamo anche richieste dall’estero” – conclude.

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