Catania, sui rifiuti Comune a un bivio - QdS

Catania, sui rifiuti Comune a un bivio

Desiree Miranda

Catania, sui rifiuti Comune a un bivio

venerdì 17 Luglio 2020

Si fa strada l’idea di un bando “soft” della durata di due anni per permettere al Comune di organizzarsi

CATANIA – C’è ancora da attendere per il bando settennale che dovrebbe portare la differenziata in tutta la città. Un bando atteso da tempo e che dovrebbe fare salire le percentuali attuali – in questo mese si sono attestate intorno al 10,83 per cento – ma che, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, potrebbe fare spazio all’affidamento “in house” del servizio.

La proposta è arrivata da un gruppo di consiglieri comunali, tra cui Luca Sangiorgio, continua a farsi strada, nonostante – come ci conferma l’assessore all’Ecologia, Fabio Cantarella – la Srr abbia già predisposto il bando”. Nel frattempo, però, è cambiato il consiglio d’amministrazione della Società che gestisce i rifiuti per l’area metropolitana etnea (l’ex presidente Biagio Bisignani si è dimesso e al suo posto è subentrato il vicesindaco di Pedara, Francesco Laudani).

“Da questa settimana – spiega al QdS Cantarella – il nuovo Cda sta analizzando il lavoro fatto dai tecnici della Srr. C’è già stata la prima riunione e tra pochi giorni ce ne sarà un’altra per deliberare la trasmissione del bando al Comune”.

In realtà i bandi sono due, come specifica lo stesso assessore, dal momento che la Srr sta mettendo nero su bianco due possibilità: una ha una durata di 7 anni e prevede che ci sia una società esterna a gestire la raccolta della spazzatura in tutta la città, l’altra ha una durata di soli due anni. Un’opzione che si fa necessaria dal momento in cui c’è la possibilità che sia lo stesso Comune a gestire il servizio in futuro.

In pratica il bando potrebbe durare giusto il tempo per dare al Comune modo di organizzarsi in proprio, “come avviene nelle altre grandi città”. È ancora solo una eventualità e per questo non si conoscono tempi e modalità. Non si sa neanche se possa gestirlo la Multiservizi oppure se debba essere creata una nuova partecipata all’interno dell’Ente.

Prima di decidere va anche considerato il fatto che Catania è in dissesto e quindi “deve essere oggetto di analisi da parte dei vertici della burocrazia. Non so se, allo stato attuale, sia possibile creare nuove partecipate”, afferma ancora Cantarella. L’eventualità di gestire il servizio in house è avallata dal consigliere Sangiorgio e sarà oggetto di discussione in Consiglio comunale. “Avviare un dibattito è positivo anche perché comporterebbe un risparmio da parte dell’amministrazione”, dichiara infine l’assessore.

Dello stesso avviso Sangiorgio. “Si tratta di un cambio di strategia che permetterebbe al Comune un notevole risparmio, ma anche di garantire un servizio migliore e senza intermediari, con un maggiore controllo e scelte gestionali molto più rapide e funzionali”, ferma.

Una possibilità che metterebbe Catania al pari di altre città, superando il problema dei bandi deserti e delle continue proroghe. “Attualmente si scarica tutta la responsabilità sul sindaco che per garantire il servizio deve fare delle ordinanze sindacali ed è una follia. In tutte le grandi città si fa così e i dati dicono che funziona. Il nostro è un indirizzo politico – aggiunge – vogliamo che quantomeno si apra un dibattito tenendone conto”, conclude Sangiorgio.

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