Catania, Tari “scaduta” e aumenti, il Comune fa chiarezza - QdS

Catania, Tari “scaduta” e aumenti, il Comune fa chiarezza

Melania Tanteri

Catania, Tari “scaduta” e aumenti, il Comune fa chiarezza

venerdì 02 Dicembre 2022

Intervista al dirigente comunale, Gaetano Oliva: “I cittadini possono stare tranquilli perché non applichiamo né sanzioni né interessi. Fatto un grosso lavoro di recupero delle superfici da tassare”

CATANIA – Avvisi di pagamento arrivati dopo la scadenza, mancanza di contributi della Regione per permettere di abbassare la tariffa, un tesoretto che permetterà all’ente di sostenere i redditi più bassi. Sono numerose le questioni aperte in relazione alla Tari, la tassi sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti che a Catania è la più alta d’Italia. Ne abbiamo parlato con Gaetano Oliva, dirigente del Comune di Catania e responsabile del settore tributi. E che, innanzitutto, rassicura la cittadinanza infuriata per aver ricevuto i bollettini con il saldo dell’anno dopo la scadenza degli stessi.

Nessuna sanzione né interessi per il pagamento in ritardo

“I cittadini possono stare tranquilli – afferma il dirigente – perché non applichiamo né sanzioni né interessi, per cui il pagamento in ritardo non comporta aggravi. Sappiamo che esiste questo problema che ha una storia lunga spiega: è stata bandita una gara che ha avuto anche l’aggiudicazione, ma ci sono ricorsi che si stanno definendo e quindi abbiamo potuto affidare alla società il servizio con leggero ritardo”.

L’aumento della Tari per evitare il dissesto del Comune

Oliva risponde anche alle questioni legate all’aumento della Tari: il Consiglio comunale, lo scorso settembre, ha approvato l’aumento della tariffa di ben il 18%. Una decisione presa obtorto collo, date le parole dell’ex assessore al Bilancio e vicesindaco, Roberto Bonaccorsi per cui il mancato aumento avrebbe potuto provocare un nuovo dissesto per l’Ente.

Un aumento che i promessi contributi da parte della Regione avrebbero dovuto calmierare. “I soldi da parte della Regione non sono arrivati – afferma Oliva – e non ci sono notizie al riguardo”. Nonostante questo, però, il Comune di Catania potrà contare su alcune somme residue per aiutare i redditi più bassi e contenere gli aumenti della Tari.

“Abbiamo delle somme residue dei fondi Covid che riguardavano i beni alimentari – sottolinea -. Sono rimasti circa 4 milioni di euro e c’è già una proposta che è all’attenzione del Collegio dei revisori e, se il parere sarà favorevole, poi andrà in Consiglio. Somme che serviranno per elevare le soglie di riduzione ed esenzione che già sono previste, in modo da andare incontro alle fasce più deboli, riducendo la Tari”.

A pesare sulla tariffa anche evasione e elusione

Per quanto riguarda l’aumento del gettito, invece, il Comune ha fatto timidi passi avanti, anche se i risultati dell’attività si vedranno solo in futuro. A pesare sulla tariffa sono anche l’evasione e l’elusione. “Stiamo cercando di lavorare si tanti fronti – prosegue il dirigente – e il nucleo tributario costituito dall’amministrazione uscente ha effettuato un grosso lavoro di recupero di superfici da tassare per la Tari – in tanti non erano in regola – sulle istituzioni, professionisti, aree parcheggio e zona industriale. Ma è un’attività che darà i frutti nei prossimi anni perché dopo averli accertati, questi importi entreranno a ruolo l’anno successivo”.

“La mancata riscossione è invece qualcosa che piange l’ente, perché obbligato a coprire interamente il costo del servizio rifiuti che è determinato da terzi. Il problema è che è aumentato il costo dello smaltimento, la differenziata è partita in ritardo e il risultato è questo. Solo un incremento significativo della differenziata – conclude – potrà comportare una riduzione dei costi”.

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