Cemento abusivo e mare inquinato, l’assalto criminale alle coste siciliane - QdS

Cemento abusivo e mare inquinato, l’assalto criminale alle coste siciliane

redazione

Cemento abusivo e mare inquinato, l’assalto criminale alle coste siciliane

mercoledì 01 Luglio 2020

Legambiente: ecoreati cresciuti del 15% nel 2019, la metà delle infrazioni nelle regioni del Sud. Un terzo delle illegalità a danno del Mediterraneo derivano dalla cattiva depurazione

ROMA – Colate di cemento illegale e consumo di suolo costiero che cancellano dune inghiottendo metri di sabbia, cattiva – e in molti casi assente – depurazione delle acque, pesca di frodo incontrollata: sono stati 23.623 i reati contro l’ecosistema marino contestati nel 2019, con un incremento del 15,6% rispetto al 2018 mentre sono stati sequestrati beni per 520 milioni di euro, anch’essi in crescita (+11,2%).

È quanto emerge da Mare Monstrum 2020, il dossier redatto dall’Osservatorio nazionale Ambiente e legalità di Legambiente che vede oltre la metà delle infrazioni contestate (il 52,3%) da Capitaneria di Porto e forze dell’ordine concentrarsi tra Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. Secondo Legambiente, anche dopo la fine del lockdown le attività ecocriminali pare abbiano ripreso a pieno ritmo.

In testa ai reati nelle regioni litoranee, quelli legati al ciclo del cemento (il 42,5% del totale), comparto nel quale è la Campania a guidare la classifica, seguita da Puglia, Lazio, Calabria e Sicilia. Dalla Costiera amalfitana alla Scala dei Turchi, dal Salento al litorale calabrese con Isola di Capo Rizzuto, fino alle isole minori come Lampedusa, Capri, le Eolie, le perle del Mare Nostrum sono costantemente preda degli appetiti degli abusivi, afferma Legambiente.

Seconda voce con il maggior peso nel dossier, il mare inquinato, correlato al problema cronico della depurazione. Nel complesso, l’inquinamento da cattiva depurazione, scarichi fognari e idrocarburi ha registrato 7.813 infrazioni nel 2019, il 33,1% delle illegalità accertate a danno del mare. C’è poi il capitolo pesca illegale che rappresenta il 22% delle infrazioni accertate, con 555mila chili di pescato, 69mila metri di reti killer e oltre 7.500 attrezzi da pesca sequestrati: in testa la Sicilia, seguita da Campania, Puglia, Liguria, Sardegna.

“I dati di Mare Monstrum e delle Golette dello scorso anno ci parlano di acque in preda a vecchie e nuove minacce. Dal marine litter, cui si aggiunge la dispersione dei dispositivi di protezione, agli scarichi illegali e all’abusivismo. Per questo, siamo pronti a ripartire con Goletta Verde e Goletta dei laghi in una formula inedita per capillarità e diffusione – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente –. In campo, nel 2020, una straordinaria operazione di citizen science, con centinaia di volontari impegnati direttamente nei campionamenti delle acque e nel censimento dei rifiuti lungo le coste. Spetta infatti a noi cittadini e alle istituzioni avere cura dell’ecosistema acquatico”.

Servono certamente più controlli e migliori strumenti per monitorare i territori – continua Zampetti – un’accelerazione nella lotta all’abusivismo edilizio che solo una riforma più incisiva della legge può garantire; una profonda modifica normativa del settore della pesca, con sanzioni più efficaci per chi saccheggia il mare. Quanto alla cattiva depurazione, è la vera opera incompiuta del nostro Paese, per la quale siamo già stati condannati dall’Ue a pagare 25 milioni di euro, cui se ne aggiungono 30 ogni semestre di ritardo nella messa a norma. Risorse che potremmo destinare ad adeguare gli impianti, mentre siamo qui a raccontare di inadempienze e irresponsabilità. Le Golette, per fortuna, ci parlano anche di amministratori virtuosi e buone pratiche, a conferma che l’attenzione all’ambiente è la chiave per la ripartenza”.

Torna Goletta verde
PALERMO – Abusivismo edilizio, cattiva depurazione, beach litter e usa e getta, spiagge ed erosione costiera, biodiversità e aree protette, lotta contro le fonti fossili i grandi temi al centro di questa 34/a edizione di Goletta Verde e Goletta dei laghi. Quest’anno le due campagne estive di Legambiente puntano su citizen science e territorialità in difesa delle acque e delle coste italiane, e saranno diverse a causa del Covid: coinvolgeranno centinaia di volontari già al lavoro per raccogliere campioni di acqua e scovare le situazioni più critiche di inquinamento legate alla cattiva depurazione dei reflui.
Quest’anno campionamenti e analisi microbiologiche saranno eseguiti da team di tecnici locali affiancati proprio dai volontari: l’ufficio scientifico di Legambiente si occuperà della loro formazione, individuando laboratori certificati sul territorio. Invariato o quasi il numero dei punti di campionamento rispetto al 2019, dai cui risultati si riparte: inquinato e fortemente inquinato oltre un punto ogni tre di quelli campionati sia lungo le coste sia nei laghi. In Sicilia la goletta verde farà tappa dal 26 al 31 Luglio, mentre quella dei laghi dal 6 al 9 agosto (lago Pergusa, diga Gibbesi, lago Prizzi).

Salvare il mare anche dall’olio usato
ROMA – “Preservare l’integrità degli ecosistemi acquatici è un obiettivo centrale per il Conou, impegnato da 36 anni a evitare che un rifiuto pericoloso come l’olio lubrificante usato possa danneggiare i nostri mari e laghi – dichiara Paolo Tomasi, presidente del Conou – Basti pensare che, dall’inizio della sua attività, il Consorzio ha salvato dall’inquinamento una superficie grande due volte il mar Mediterraneo. L’iniziativa itinerante di Legambiente si conferma in quest’ottica un riferimento di primo rilievo nello scenario italiano, valendo da monito e stimolo ad impegnarci tutti ogni giorno per il bene dell’ambiente e della collettività. Un obiettivo che abbiamo il dovere di sostenere con perseveranza anche e soprattutto oggi, in una stagione di recupero dall’emergenza sanitaria che ci impone di ridefinire globalmente l’approccio allo sviluppo nel senso di un più esteso rispetto del nostro Pianeta”.

Dal 1984 a oggi il Conou ha raccolto 6 milioni di tonnellate di olio usato, avviandone a rigenerazione 5,3 milioni e consentendo così la produzione di 3 milioni di tonnellate di olio rigenerato e un risparmio sulle importazioni di petrolio di circa 3 miliardi di euro. Sotto la guida del presidente Tomasi dal 2003, ha continuato la sua progressione di eccellenza diventando un esempio virtuoso di economia circolare, collocando l’Italia ai massimi livelli europei e internazionali.

Traguardi che sono stati raggiunti anche grazie a una continua e capillare attività di formazione e informazione svolta sul territorio, allo scopo di sensibilizzare e sostenere ogni anello della catena in grado di contribuire al successo della filiera e alla circolarità 100% (di raccolta e rigenerazione) di cui oggi essere fieri.

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