Centri per soggetti fragili, la gestione ai tempi del Covid - QdS

Centri per soggetti fragili, la gestione ai tempi del Covid

Serena Giovanna Grasso

Centri per soggetti fragili, la gestione ai tempi del Covid

mercoledì 26 Agosto 2020

Dall’Inmp il documento che invita le strutture a estendere all’intera giornata i servizi destinati ai senza fissa dimora. Suddividere gli ospiti in piccoli gruppi, al fine di limitare al minimo i contatti e limitare la diffusione del virus

PALERMO – L’Istituto nazionale salute, migrazioni e povertà (Inmp) ha recentemente pubblicato le indicazioni operative da seguire per la gestione delle strutture con persone ad elevata fragilità e marginalità socio-sanitaria nell’ambito dell’emergenza da coronavirus. Infatti, l’organizzazione delle strutture e dei luoghi abitativi rappresenta un elemento importante nell’identificazione di strategie volte al contenimento dell’epidemia da Covid-19.

La struttura delle abitazioni influisce molto sull’efficacia dell’isolamento e delle norme di igiene e prevenzione, permettendo o meno un reale distanziamento tra i membri della famiglia con una maggiore o minore probabilità di circoscrivere l’infezione. In tale ottica, appare indispensabile la realizzazione di ambienti strutturalmente adeguati e di un’opportuna organizzazione all’interno di essi.

In un simile contesto, gioca un ruolo chiave la riorganizzazione delle attività rivolte all’accoglienza delle persone senza fissa dimora e a marginalità sociale.

Innanzitutto in un periodo pandemico, in ragione della particolare condizione di fragilità socio-sanitaria e abitativa e la promiscuità a cui le persone senza fissa dimora sono esposte, si invitano le strutture alla riconversione dei servizi notturni in centri h24, in modo da contenere le uscite delle persone e quindi l’esposizione all’ambiente esterno.

Inoltre, si invita all’individuazione di ulteriori centri di accoglienza: la scelta dovrebbe preferire principalmente i piccoli centri e l’accoglienza in appartamento, così da ridurre al minimo i contatti tra gli abitanti. Per quel che riguarda i servizi mensa, le indicazioni invitano a ridurre gli accessi e preferire la distribuzione dei pasti da asporto.

Per la riorganizzazione dei servizi di accoglienza la prima attività da svolgere in ogni luogo è l’individuazione del numero massimo di persone da ospitare in relazione alla capienza della struttura, rispettando la distanza di almeno un metro tra le persone.

Sulla base di tale valutazione, si dovrà provvedere alla distribuzione degli spazi, al contingentamento dei tempi di erogazione dei servizi e all’identificazione dei punti di erogazione in modo da ridurre il numero di utenti che vi accedono contemporaneamente.

Inoltre, si invita a provvedere alla suddivisione degli ospiti in piccoli gruppi che non abbiano contatti fra loro, al fine di limitare la potenziale diffusione di Covid-19 anche in caso di insorgenza di un cluster o di un focolaio.

Le attività dovrebbero essere riorganizzate prevedendo sospensioni periodiche, al fine di assicurare il ricambio d’aria e la frequenza della pulizia e della sanificazione delle superfici e degli spazi più utilizzati.

Infine, ogni struttura dovrà procedere con l’acquisto e lo stoccaggio di mascherine per gli utenti e dispositivi di protezione individuale per gli operatori, così come di un adeguato quantitativo di materiale necessario alla pulizia e alla sanificazione, in modo da assicurarne la costante disponibilità.

Nei centri ad alta organizzazione, la linea di rifornimento dovrà essere definita con l’individuazione della scorta minima di magazzino che dovrà essere sempre mantenuta.

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