La decisione del Consiglio di giustizia amministrativa in Sicilia, presidente Rosanna De Nictolis, per soddisfare le esigenze di privacy e la comprensibilità e la leggibilità dei testi delle sentenze. Come nei libretti teatrali
Sentenze con nomi di fantasia al posto degli omissis: l’innovazione è stata lanciata dal Consiglio di giustizia amministrativa (Cga), l’equivalente del Consiglio di Stato per la Sicilia, nella deliberazione 1134/2000, presidente Rosanna De Nictolis (nella foto), per soddisfare le esigenze di privacy e la comprensibilità dei testi.
È frequente in liti che coinvolgono interessi o dati sensibili la necessità di oscurare nomi e altri elementi di riferimento come quelli geografici, il risultato è spesso una sentenza densa di sigle al posto dei nomi, disorientando e rendendo difficile la comprensione del caso deciso.
Di qui l’esigenza di sostituire le sigle con pseudonimi o nomi di fantasia.
In questo modo esisterà un testo originale della sentenza, a disposizione delle parti interessate, che riporta nomi, indirizzi e termini specifici.
Vi sarà poi una sentenza dello stesso contenuto, ma con nomi di fantasia, utilizzabile per la diffusione sulla stampa, negli archivi digitali o per ricerche di approfondimento.
Nel caso specifico, deciso dai giudici siciliani, si discuteva di infiltrazioni mafiose attuate attraverso contiguità, connivenze, assunzione di dipendenti, rapporti commerciali tra famiglie e imprenditori (spesso con lo stesso cognome): se il testo fosse stato “ripulito” secondo le usuali tecniche vi sarebbe stato un susseguirsi di “omissis” o di sigle, mentre con la soluzione adottata dai giudici, la sentenza reca un trafiletto, che elenca “personaggi e interpreti”.
Come nei libretti teatrali, a ogni personaggio viene attribuito un nome di fantasia: il risultato è fluido, e consente di comprendere i rapporti di contiguità, parentela, amicizia, le intese commerciali tra soggetti e i vari comportamenti.