Che bello, tanti russi al funerale di Navalny - QdS

Che bello, tanti russi al funerale di Navalny

Carlo Alberto Tregua

Che bello, tanti russi al funerale di Navalny

sabato 09 Marzo 2024

Si continua a dire che nella Russia post Unione sovietica non vi sia una vera democrazia, bensì un’autocrazia. Può darsi, non abbiamo prove di questo fatto, ma da tanti elementi la questione sembra provata. Sembra, ma non è provata.
Le prossime elezioni del presidente (certamente verrà confermato Vladimir Putin) si svolgeranno nel più grande territorio al mondo, vasto circa diciassette milioni di chilometri quadrati e suddiviso in ventiquattro entità federali, che comincia di fronte all’Alaska e confina con la Cina.
La stampa occidentale parla di elezioni false, ma consentiteci di dubitare sull’autenticità di tali informazioni perché è di parte (di parte avversa) e ha interesse a screditare, appunto, l’avversario, cioé la Russia.
Vedremo l’esito di queste elezioni, ma quasi certamente vi sarà un plebiscito per Putin, appoggiato fortemente dalla Chiesa ortodossa russa e dal suo capo, Kirill (Vladimir Michajlovič Gundjaev).
Tutto questo non è democrazia, si sostiene in Occidente. Può darsi che sia vero, tuttavia è un fatto che, come scritto, non si hanno controprove.

Abbiamo assistito alle immagini televisive del funerale di Alexei Navalny; migliaia e migliaia di russi vi sono andati, hanno urlato, cantato, parlato e non abbiamo immagini di alcuna repressione da parte della polizia. Dunque, i funerali si sono svolti liberamente ed è stato molto bello vedere quanti/e cittadini/e hanno potuto partecipare senza conseguenze a questa triste cerimonia, in un rigurgito di libertà e con la voglia di affermare la stessa senza ricevere alcuna misura interdittiva.
Secondo la stampa occidentale, Putin è un dittatore. Per la lunga abitudine del nostro mestiere – che va verso il mezzo secolo – abbiamo la tendenza – prevista dal Codice deontologico dei giornalisti – di controllare le informazioni da fonti diverse, in modo che esse siano bilanciate e quindi il più obiettive e vere possibile.
La stampa occidentale non ci fornisce questi elementi di bilanciamento e pertanto ci è consentito di avere dubbi sulla veridicità delle corrispondenze estere e di quello che scrivono i giornali. Non per questo alcuno ci può tacciare di essere filo-Putin, del quale disapproviamo fortemente, tra le altre cose, l’invasione dell’Ucraina.

In questa vicenda bellicosa, la Russia ha dimostrato il contrario di quello che affermavano le civiltà occidentali, le quali – l’Unione europea in testa – hanno avuto la scriteriata iniziativa di applicare sanzioni economiche a quel Paese, con la conseguenza che la Russia ha chiuso i rubinetti dell’energia, gas e petrolio.
Le economie occidentali hanno sbandierato l’obiettivo che queste sanzioni avrebbero strozzato l’economia russa: strombazzature fallaci. La realtà è più forte di chi millanta stupidaggini, stupidaggini da noi sottolineate fin da due anni fa.
La verità è infatti venuta fuori in questo 2024 con forza ed autenticità: la Russia incrementerà il suo Pil del 2,6 per cento, mentre l’Unione europea si attesterà con uno striminzito 1,1 per cento (forse).
L’iniziativa presa dagli europei deve essere stata fatta con la vista offuscata dalle direttive provenienti dagli Stati Uniti e dal suo debole presidente, Joe Biden, nonché da tutti i poteri forti che gli stanno dietro e che lo adoperano come un burattino.

Comprendiamo il comportamento della nostra premier, Giorgia Meloni, che si è voluta accreditare sia nei confronti degli Stati Uniti che in quelli dell’Unione europea, in quanto, come rappresentante dei Conservatori europei, era tenuta ai margini sia dagli uni che dall’altra.
Tuttavia, questo appiattimento non è compagno dell’obiettività, anche perché costa molto al nostro Paese, che già ha erogato oltre cinque miliardi di aiuti alla stessa Ucraina.
L’azione di Stati Uniti ed Unione europea in quella guerra non tende alla pace, che potrà avere una soluzione nel caso dell’elezione di Donald Trump.
La Russia, dal suo canto, ormai ha conquistato i territori che le interessavano e quindi non sta spingendo più per un aumento del livello della guerra; aspetta paziente che l’Occidente si decida a costringere Zelensky a firmare l’atto di pace sul confine esistente dei belligeranti. Vedremo come andrà a finire.

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