Chiese vuote e processioni piene (d’indagini) - QdS

Chiese vuote e processioni piene (d’indagini)

Antonino Lo Re

Chiese vuote e processioni piene (d’indagini)

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 04 Ottobre 2023

Forse la Cesi, la Conferenza episcopale siciliana, dovrebbe mettere un punto sulle processioni. Ogni due processioni scatta un caso

Forse la Cesi, la Conferenza episcopale siciliana, dovrebbe mettere un punto sulle processioni. Ogni due processioni scatta un caso o addirittura un’inchiesta per connivenza mafiosa. Le processioni erano un punto d’incontro tra popolo e sentimenti religiosi. Era la Chiesa, la spiritualità, che incontrava il suo corpo, il popolo di Dio. Solo che da molti anni ormai le congregazioni dei vari Santi patroni o meno, in una visione quasi sincretista della religione, si sono lasciate permeare da soggetti o assoggettazioni legate ad a poteri più temporali, in alcuni casi di stampo mafioso.

L’ultima inchiesta è sul sindaco di Cerda, il neo leghista Geraci, che voleva deviare, con minacce ed intimidazioni, dalla retta via, quella imposta dal questore, per seguire il percorso solito, che passava da casa del boss del paese. Avrebbe perso il favore del comitato della processione per aderire ad un principio di legalità. Geraci tra legalità e convenienza, non diciamo connivenza, sceglie la seconda. E dire che fa parte della Commissione regionale antimafia, cosa che fa capire il profondo spirito che ispira la partecipazione di alcuni a questa commissione, che dovrebbe essere il baluardo, almeno ideale, al fenomeno mafioso, che prima di tutto è culturale.

Se il sindaco di Cerda voleva fare valere le sue ragioni, potevano essercene, poteva andare dal Questore a contestare legittimamente la sua scelta, un sindaco di una volta forse l’avrebbe fatto. Ma così rischiava di esporsi, e non si sa mai, magari alla questura veniva in mente di metterlo sotto sorveglianza. Invece impone di esporsi al suo comandante dei vigili urbani, mostrando da un lato illecita prevaricazione, dall’altro pusillanimità. I reati contestati non sono cosi allarmanti dal punto di vista giudiziario, ma denotano una condotta assolutamente discutibile.

È questo il punto può una processione diventare così spesso causa di discussioni sui confini della moralità? Ma Wojytila il Papa Santo non li aveva scomunicati i mafiosi, per cui non potevano entrare in Chiesa? E quindi li andiamo a trovare con la banda a casa loro? Il sindaco di Cerda se la vedrà con la sua coscienza e con il suo avvocato, ma la Chiesa Siciliana, che giustamente addita le colpe dell’ignavia della politica, risponde alle coscienze del suo popolo? Non dare scandalo dice il Vangelo, e questi comportamenti sono onestamente scandalosi.

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