Cimest: "Bene Schillaci, sulla riduzione dei ricoveri impropri"

Cimest: “Bene Schillaci, più prestazioni su territorio per ridurre ricoveri impropri”

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Cimest: “Bene Schillaci, più prestazioni su territorio per ridurre ricoveri impropri”

Redazione  |
sabato 04 Marzo 2023

Solo nel 2022 si sono verificati 1 milione e 300 mila i ricoveri impropri in Italia, con costi gravosi sulle casse dello Stato

“Rivolgiamo un plauso alle parole pronunciate ieri dal ministro Schillaci in merito alla volontà di potenziare l’assistenza territoriale al fine di ridurre i ricoveri inappropriati con adeguati investimenti”. Lo affermano i coordinatori del Cimest (Coordinamento Intersindacale della Medicina Specialistica ambulatoriale del territorio) Salvatore Gibiino e Salvatore Calvaruso, commentando le parole del ministro della Salute Orazio Schillaci pronunciate ieri a Roma durante il seminario “La transizione assistenziale tra rete ospedaliera e servizi territoriali”, organizzato dalla Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere).

Intasamento dei pronto soccorso e ricoveri impropri

I ricoveri impropri, che il ministro ha ricordato essere arrivati a 1 milione e 300 mila solo nel 2022, rappresentano un costo economico e sociale insostenibile per il Sistema sanitario nazionale e per l’intero Paese – proseguono Gibiino (segretario nazionale SBV) e Calvaruso (presidente di ARDISS-FKT) – Solo con l’incremento delle prestazioni territoriali e il conseguente abbattimento delle lunghe liste d’attesa è possibile scongiurare i ricoveri impropri e l’intasamento dei pronto soccorso. Non è umanamente e economicamente sostenibile che i pazienti si rivolgano ai pronto soccorso per esami diagnostici e prestazioni che nulla hanno a che vedere con l’emergenza-urgenza perché scelte miopi della politica li costringono ad aspettare diversi mesi per ottenere una tac o un elettrocardiogramma”. “Ci auguriamo – concludono i coordinatori del Cimest – che le parole del ministro Schillaci non rimangano inascoltate e che tutte le emanazioni regionali del sistema sanitario nazionale si attivino concretamente per trasformarle in azioni concrete”.

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