Comuni commissariati, nel Sud è boom, la Sicilia è terza - QdS

Comuni commissariati, nel Sud è boom, la Sicilia è terza

Raffaella Pessina

Comuni commissariati, nel Sud è boom, la Sicilia è terza

mercoledì 18 Dicembre 2019

Sono 154 in tutto il Meridione: maglia nera alla Calabria con 27, poi la Campania con 25 e poi la nostra isola con 18. Un incremento del 23,2% dal 2015 al 2017, come emerge dal Censimento permanente delle Istituzioni pubbliche 2017 a cura dell’Istat

PALERMO – È boom di comuni commissariati in Italia soprattutto al Sud, con la Sicilia che si piazza al terzo posto dopo Calabria e Campania.

È quanto emerge dal Censimento permanente delle Istituzioni pubbliche 2017 a cura dell’Istat. A fine 2017 in Italia sono 154 i comuni con a capo un commissario straordinario, di cui il 53,2% nel Sud del Paese e il 16,9% nelle Isole. Il fenomeno dei commissariamenti in Italia ha registrato un aumento del 23,2% tra 2015 e 2017, per via dell’aumento del numero di comuni sottoposti a procedura straordinaria nel Mezzogiorno.

A fine 2017 risultavano 27 commissariamenti in Calabria, quindi la Campania con 25 e infine la Sicilia con 18, a cui si deve aggiungere il recentissimo commissariamento di Mezzojuso, comune in provincia di Palermo, grazie anche alla campagna mediatica del conduttore televisivo Massimo Giletti a difesa delle sorelle Napoli, proprietarie terriere più volte minacciate dalla mafia.

Nel rapporto si parla anche dell’utilizzo del Web per la gestione dei dati e l’erogazione dei servizi, campo in cui i comuni risultano in lieve ritardo. Sono invece le Università pubbliche a presentare un livello di digitalizzazione più ampio e completo rispetto alle diverse tecnologie: tutte o quasi tutte utilizzano il web o i social media (rispettivamente il 100% e il 97,2%).

A livello territoriale, non si rilevano differenze significative nell’utilizzo delle tecnologie web: 86,6% di utilizzo al Sud, al 90,1% nel Nord-est. Aumenta l’occupazione (+1,1%) con 3.516.461 unità di personale in tutta Italia. Le donne nella pubblica amministrazione sono 2 milioni e rappresentano la componente maggioritaria, 56,9%. La più elevata presenza di donne si registra nel Sistema sanitario nazionale (Ssn) con il 65,9%, il valore più basso nelle Regioni (48,3%) e nelle Università pubbliche (49,6%).

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