Conto alla rovescia per la dichiarazione Iva 2023 - QdS

Conto alla rovescia per la dichiarazione Iva 2023

Salvatore Forastieri

Conto alla rovescia per la dichiarazione Iva 2023

mercoledì 17 Aprile 2024

La documentazione deve essere presentata dai soggetti interessati entro la scadenza del prossimo 30 aprile. Se si verifica un ritardo non superiore a 90 giorni l’invio viene considerato valido, ma sono applicabili sanzioni

ROMA – Ancora pochi giorni a disposizione dei contribuenti per presentare la dichiarazione Iva relativa all’anno 2023.

La dichiarazione Iva entro il 30 aprile

Ai sensi dell’articolo 8 del Dpr 322/98, infatti, tutti i soggetti (imprese individuali e società, artisti e professionisti), titolari di partita Iva, con le sole esclusioni espressamente previste dalla legge, come i contribuenti che hanno svolto esclusivamente attività esente ai sensi dell’articolo 10 del Dpr 633/72, oppure i soggetti che, svolgendo attività in regime speciale, come gli agricoltori “minimi”, godono di particolari franchigie ed esenzioni, sono tenuti a presentare la dichiarazione annuale entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento. Quest’anno, pertanto, la dichiarazione relativa all’anno 2023 va presentata entro il 30 aprile 2024.

La dichiarazione presentata con ritardo non superiore a 90 giorni è comunque considerata valida, anche se sono applicabili le sanzioni previste dalla legge. Trascorso il novantesimo giorno dalla scadenza naturale, la dichiarazione si considera sempre “omessa” a tutti gli effetti.

Giova ricordare che per il versamento dell’imposta eventualmente dovuta in sede di dichiarazione annuale il termine è già scaduto in quanto doveva essere versato, solo se di importo superiore 10 euro, entro il 16 marzo scorso. Poteva comunque essere rateizzato fino al 16 novembre, con gli interessi mensili dello 0,33%, oppure differito “allineandolo” ai versamenti delle imposte sui redditi con l’aggravio dello 0,40% per ogni mese o frazione di mese successivo al mese di aprile.

In realtà, al contrario dei contribuenti trimestrali, per i quali la dichiarazione annuale sostituisce la dichiarazione periodica del quarto trimestre, per i contribuenti “mensili” la dichiarazione non dovrebbe comportare alcuna imposta dovuta, a meno che non si siano verificate situazioni particolari (modifiche del pro-rata, ventilazione dei corrispettivi, ecc…) che comportano aggiustamenti d’imposta.

Dalla dichiarazione annuale può anche emergere un credito

Dalla dichiarazione annuale può anche emergere un credito che, come è noto, può essere utilizzato, senza alcuna limitazione, nel primo periodo d’imposta successivo all’anno di riferimento, oppure chiesto a rimborso, oppure ancora utilizzato in compensazione (orizzontale), ossia per pagare in F24 tributi diversi dall’Iva oppure contributi previdenziali) ma con diverse condizioni come la necessità di attendere dieci giorni dopo la presentazione della dichiarazione o l’obbligo del visto di conformità, in caso di compensazione di una somma superiore a 5.000 euro, nonché un limite massimo corrispondente all’importo di 2 milioni di euro.

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