Coronavirus e migranti, dall'Alan Kurdi all'Aita Mari - QdS

Coronavirus e migranti, dall’Alan Kurdi all’Aita Mari

redazione web

Coronavirus e migranti, dall’Alan Kurdi all’Aita Mari

sabato 18 Aprile 2020

La nave basca davanti alle coste della Sicilia. La fine dell'odissera per i naufraghi della ong tedesca Sea Eye. Al ministro Seehofer che ha chiesto di fermare le attività hanno risposto "Non potete chiederci di smettere di salvare vite"

Dall’Alan Kurdi all’Aita Mari: la nave della ong basca Salvamento maritimo humanitario, dopo un viaggio durato tutta la notte si trova ora davanti alle coste trapanesi.

Sono trentasei i migranti a bordo soccorsi domenica scorsa in acque sar maltesi. In otto sono stati evacuati nei giorni a scorsi a Lampedusa per ragioni sanitarie.

“Le condizioni delle persone salvate rimangono ai limiti”, spiega la ong.

I 36 naufraghi sul Rubattino?

La nave sta seguendo la stessa rotta che qualche giorno fa ha percorso la Alan Kurdi, che ha vissuto un’odissea conclusasi ieri, dopo dodici giorni, con il trasferimento dei 146 naufraghi sul traghetto Rubattino per la quarantena davanti al porto di Palermo, con l’assistenza della Croce Rossa.

E anche i 36 della Aita Mari potrebbero essere trasferiti sul Rubattino.

Sea Eye, la Germania vuole lo stop alle missioni

Intanto la ong Sea Eye, cui appartiene la Alan Kurdi, ha spiegato che durante il blocco c’è stata “una solidarietà senza precedenti, particolarmente in Italia”.

Sea Eye ha anche informato di aver ricevuto una lettera dal ministro dell’Interno tedesco Horst Lorenz Seehofer il quale ha chiesto alle ong che operano in mare di fermare l’attività e, se necessario, di richiamare tutte le navi a causa della mancanza di porti di sbarco nel Mediterraneo.

“Non possono chiederci di smettere di salvare vite, mentre gli stessi politici in Germania stanno chiedendo che tutto ciò che è umanamente possibile deve esser fatto per salvare più vite possibile”, ha detto il presidente di Sea Eye Gorden Isler.

La nave rimarrà ora ancorata nell’area di Palermo.

“Faremo tutto ciò che potremo per iniziare un’operazione di salvataggio a maggio”, ha assicurato Isler.

L’appello di Msf all’Europa

Da registrare a questo proposito l’appello di Annemarie Loof, responsabile delle operazioni di Medici senza frontiere: “Dopo gli eventi di Pasqua, che hanno visto imbarcazioni in pericolo lasciate senza soccorsi e il porto negato a duecento persone salvate da due navi umanitarie, Msf si appella ai governi europei perché il Covid-19 non diventi motivo per abdicare ai propri obblighi di salvare vite e perché rimuovano gli ostacoli che impediscono alle navi umanitarie di operare”.

Mattinata serena sul Rubattino

Intanto la mattinata è stata serena per i 149 naufraghi della Alan Kurdi da ieri sul traghetto Rubattino della Tirrenia dove resteranno in quarantena, sotto la sorveglianza sanitaria del personale della Croce Rossa Italiana, per poi essere redistribuiti in vari Paesi europei.

Le operazioni di trasbordo con le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di finanza si sono svolte a un miglio dal porto di Palermo, con il coordinamento della Capitaneria.

Per diversi giorni la Alan Kurdi aveva navigato al largo delle coste siciliane in attesa dell’indicazione di un porto sicuro. Domenica scorsa il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli aveva annunciato la decisione, su richiesta della ministro delle Infrastrutture e dei Trasporto Paola De Micheli, di individuare una nave per la quarantena in mare dei migranti.

Ma la situazione era rimasta in una fase di stallo e ieri tre persone erano state evacuate per motivi di salute mentre un’altra aveva tentato il suicidio.

Ieri mattina la svolta, dopo un vertice operativo in Prefettura a Palermo con il sindaco, i responsabili della Croce Rossa, dell’Asp e della Protezione Civile sulla base delle indicazioni del Mit.

Il personale della Croce rossa imbarcato sulla Rubattino, una task force di 22 operatori sanitari, sta procedendo a uno screening approfondito sui migranti, sottoponendoli al tampone, e potrà disporre anche di una camera di biocontenimento ricevuta in dotazione dal ministero della Salute.

I ringraziamenti a Leoluca Orlando

Una soluzione in grado di conciliare le esigenze sanitarie legate all’emergenza coronavirus con quelle umanitarie era stata sollecitata nei giorni scorsi da diversi esponenti politici e istituzionali come il presidente della Regione Nello Musumeci e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

Quest’ultimo aveva mantenuto in questi giorni i contatti con la Alan Kurdi, che batte la bandiera della città di Palermo come simbolo di accoglienza, attraverso il portavoce della Ong tedesca Jean Ribbeck.

E ieri il presidente di Sea Eye, Gordon Isler, ha voluto ringraziare il sindaco con un tweet: “Non è un caso che questo aiuto provenga da Palermo. Grazie Leoluca Orlando per l’impegno senza precedenti e il supporto concreto”.

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